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Anche Cgil, Filcams e Flai dell'Emilia-Romagna protestano, con un comunicato congiunto, contro la misura che reintrodurrebbe i voucher. "Tra i diversi contenuti non condivisibili emersi dalle prime anticipazioni del Ddl Legge di Bilancio 2023 - scrivono i sindacati - spicca la reintroduzione e l’estensione dei voucher in agricoltura, hotel, ristorazione, pubblici esercizi e lavoro domestico. La reintroduzione e l’estensione fino a 10.000 euro della possibilità di utilizzo, non significa infatti introdurre flessibilità, ma legittimare lo sfruttamento per legge sostituendo contratti regolari con buoni lavoro che di “buono”non hanno proprio nulla.
Lo strumento dei voucher venne fortemente limitato nel 2017 dal Governo Gentiloni a seguito della straordinaria mobilitazione della Cgil. Una mobilitazione che si concretizzò nella raccolta di 1,1 milioni di firme per sottoporre i voucher a referendum abrogativo. Abbiamo già visto in passato come i voucher si prestino a un utilizzo distorto e a numerosi e inaccettabili abusi da parte delle imprese, favorendo inoltre il lavoro nero e grigio e comprimendo le retribuzioni e i diritti di lavoratrici e lavoratori. Non è questa la direzione giusta per lo sviluppo di settori così importanti per l’economia dell’Emilia-Romagna e dell’intero Paese. Non è sicuramente questa la strada per risolvere l’annoso problema del reperimento di manodopera nel turismo e in agricoltura.
Al contrario, la reintroduzione massiccia dei voucher porterebbe verso un ulteriore impoverimento del lavoro e una sempre minore attrattività dell’occupazione in questi settori. È infatti errato sostenere che con il voucher si assicurano le tutele previdenziali dato che il versamento alla gestione separata Inps (13% contro circa il 33% dei dipendenti) non sarà ovviamente sufficiente a maturare una pensione dignitosa e non copre le minime tutele sociali quali malattia, maternità, indennità di disoccupazione e assegni famigliari. La stessa prevenzione contro gli infortuni, in settori come quello del turismo e agricolo (tra i più a rischio di incidenti anche mortali), viene assolutamente messa a rischio vista la totale mancanza di formazione. Come organizzazioni sindacali metteremo in campo tutte le iniziative a nostra disposizione per rivendicare la modifica da parte del Parlamento di questa scelta profondamente sbagliata".