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La Cgil Emilia Romagna chiude il tesseramento del 2018 con una sostanziale tenuta; il numero complessivo degli iscritti si attesta a fine anno a quota 763.654, -1,41% tesserati rispetto al 2017 (pari a -10.935 unità). Va sottolineato che nel 2017 la Cgil ha deciso di modificare le modalità di registrazione delle adesioni, in coerenza con le intese sulla rappresentanza che misurano le deleghe sottoscritte da lavoratori e pensionati. Un lavoratore o un pensionato può sottoscrivere più deleghe nello stesso anno (per mobilità professionale o per la presenza di più pensioni).
I dati riportati fanno riferimento alle persone iscritte alla Cgil ER, identificate tramite codice fiscale. I lavoratori attivi iscritti ammontano nel 2018 a quota 369.056, meno 2.509 rispetto al 2017 (-0,67%), pari al 48,3% del totale dei tesserati. Anche i pensionati dello Spi – 394.598 unità – nell'ultimo anno diminuiscono (-8.426, -2%), in particolare per effetto dell'innalzamento dell'età pensionabile e rappresentano il 51,7% dei tesserati in regione. Per quanto concerne il genere, si segnala una prevalenza di iscritte donne (412.525, pari al 54% del totale), con una presenza maggiore nel settore terziario e nella Pubblica amministrazione.
Nel 2018 crescono però i giovani con meno di 35 anni iscritti alla Cgil in Emilia Romagna: gli under 35 sono 72.322, quasi il 20% dei lavoratori attivi (+406 circa rispetto al 2017). Nell’arco di un biennio (2016-’18) sono aumentati di 6.000 unità (+2%). I giovani con età inferiore ai 35 anni costituiscono, dunque, un quinto del totale degli attivi tesserati, un dato significativo pensando ai tassi di disoccupazione giovanile e ai livelli di precarietà che caratterizzano le giovani generazioni nel nostro Paese.
Gli iscritti stranieri nel 2018 sono 88.646, pari all’11,6% del totale dei lavoratori iscritti alla Cgil ER. Il 24,4% proviene da Paesi dell’Unione Europa e il restante 75,6% da Paesi extra Ue. L’incidenza maggiore si registra nelle categorie di Flai, Filt/trasporti, Fillea/costruzioni e Nidil, nelle quali costituiscono circa un terzo del totale dei lavoratori.
Riguardo alle federazioni di categoria, aumenta anche nel 2018, così come registrato negli scorsi anni, la Filcams (commercio turismo e servizi), che con 84.165 iscritti si consolida primo sindacato di categoria (+5,3% rispetto al 2017), seguita dalla Fiom con i suoi 67.116 tesserati (-2,6% nell'ultimo anno).
A causa del protrarsi delle crisi aziendali e del blocco nelle assunzioni diminuiscono gli iscritti ai sindacati dell'industria e della funzione pubblica. Quest'ultima (Fp) si conferma la terza categoria della Cgil ER, con 47.009 iscritti (-1,5% rispetto al 2017). Seguono Flai-agroalimentaristi (38.703 iscritti, -0,4% nell'ultimo anno), Filctem-chimici tessili energia (28.346 tesserati, -5,4% rispetto al 2017) e Flc-lavoratori della conoscenza (23.882 iscritti, -2,7%). La Fillea-costruzioni continua ad essere colpita fortemente dalla crisi che ha investito il settore (23.144 tesserati, -6,7% rispetto al 2017). Crescono, anche nel 2018, i lavoratori atipici, le partite Iva, i disoccupati iscritti a Nidil, che raggiunge quota 21.735 tesserati (+0,86% rispetto all'anno precedente).
Per Luigi Giove, segretario generale della Cgil ER, “il Paese non riesce ancora ad uscire dalla grave crisi economica globale iniziata nel 2008 e anche se la nostra regione ha evidenziato segnali economici più positivi rispetto al resto dell’Italia, il lavoro è ancora in forte sofferenza”. Ciononostante, continua Giove “dobbiamo registrare un dato di sostanziale tenuta da parte della nostra organizzazione tra i lavoratori attivi ed è motivo di speranza e fiducia l’aumento dei giovani che si sono iscritti nell’ultimo anno alla Cgil ER”. Il segretario ribadisce che “la conferma della forza e della rappresentanza della Cgil in Emilia Romagna sarà indispensabile per proseguire nel percorso di mobilitazione, a partire dalla manifestazione nazionale del pubblico impiego che si terrà a Roma sabato 8 giugno, continuando con lo sciopero nazionale dei metalmeccanici del 14 giugno nelle piazze di Milano, Firenze e Napoli”. Giove conclude ricordando che “la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil culminerà il 22 giugno a Reggio Calabria con la manifestazione nazionale unitaria, per rivendicare le priorità del sindacato per il rilancio economico e sociale del Paese basate su sviluppo, lavoro stabile, investimenti, una vera politica industriale e una svolta politica nella lotta all’evasione fiscale che renda il nostro sistema più equo e colmi questo vulnus di democrazia”.