“L’emergenza caldo comporta un rischio significativo per tutte le lavoratrici e i lavoratori che svolgono la propria attività in condizioni climatiche non adeguate. Il più grave tra i rischi è il colpo di calore che potrebbe avere conseguenze serie nel lungo periodo”. A spiegarci il pericolo legato al caldo estremo cui molte categorie di lavoratori sono esposti durante i mesi estivi è Paola Rossi dell’Inca Cgil nazionale.
“Il colpo di calore avviene di solito quando l’esposizione a temperature estreme si protrae per periodi prolungati. il colpo di calore quindi va segnalato come infortunio sul lavoro. Un altro aspetto indiretto del lavorare in condizioni climatiche estreme è la possibilità che questo diminuisca l’attenzione del lavoratore e aumenti il rischio di infortuni”.
“Il rischio legato alle estreme temperature è trasversale e riguarda sia coloro che lavorano all’aperto, sotto il sole, come gli addetti dell’edilizia, dell’agricoltura, della pesca, della logistica, sia coloro che lavorano in ambienti chiusi non correttamente climatizzati, come ad esempio gli addetti nelle cucine dei ristoranti o delle mense o coloro che lavorano nei capannoni dove spesso sono presenti anche macchinari che producono calore”.
Cosa fa l’Inca per assistere chi resta vittima delle temperature eccessive sul lavoro? “L’Inca – ci ha detto Paola Rossi – interviene per la tutela individuale delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno subito un danno alla salute correlato all’attività lavorativa. Se ci sono i sintomi classici di un malore legato all’emergenza caldo – giramenti di testa, svenimenti, eccessiva sudorazione, per fare degli esempi – non bisogna sottovalutarli, ma ci si deve recare immediatamente al pronto soccorso e dichiarare che il malore è insorto in occasione di lavoro. Poi ci si può recare all’Inca, presentando tutta la documentazione che è stata rilasciata al pronto soccorso. L’Inca è presente su tutto il territorio nazionale con i suoi operatori e anche con i suoi medici legali convenzionati e può fare anche una valutazione su eventuali postumi legati all’evento infortunistico”.