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Elena Russo aveva vent'anni quand'è morta. Studentessa universitaria, aspirante avvocatessa, volontaria della Croce rossa, arrotondava consegnando pizze a domicilio per un ristorante di Reggio Emilia. Così aveva fatto anche domenica sera (30 gennaio), ma dopo l'ultima consegna ha perso il controllo dell'auto ed è andata a finire fuori strada, prima contro un palo della segnaletica stradale, poi ribaltata sull'asfalto. Un incidente che non le ha lasciato scampo. Elena apparteneva alla stessa generazione di Thomas Tavola e di Lorenzo Parelli.
Thomas era un giardiniere diciannovenne di Giovenanza, frazione di Colle Brianza, che una settimana fa era impegnato a tagliare alberi in un terreno di famiglia quando è stato travolto da un tronco caduto di schianto. Per Lorenzo, invece, la fine è arrivata all'ultima ora dell'ultimo giorno di stage in una fabbrica di Udine. Il diciottenne, che era in azienda per un progetto di alternanza scuola lavoro, è morto, come ha dimostrato l'autopsia, per un colpo alla testa: una barra d'acciaio del peso di un quintale e mezzo gli ha procurato lesioni che non potevano che essere fatali.
L'indignazione per la sua morte è stata corale. Gli studenti sono scesi in piazza più volte nel corso degli ultimi giorni per rivendicare il diritto di studiare in sicurezza. A sostenerli nella loro lotta il sindacato, mentre nelle ultime ore anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando è voluto ritornare sull'accaduto, commentando gli scontri avvenuti durante le manifestazioni di venerdì (28 gennaio): "Dobbiamo mandare i ragazzi a fare percorsi formativi in luoghi che abbiano una sorta di certificazione di qualità. - ha spiegato e riferendosi alle tensioni nelle piazze ha aggiunto - Penso che quegli episodi vadano chiariti, ho chiamato la ministra Lamorgese e mi ha assicurato che ne darà conto in Parlamento".
Ad appoggiare gli studenti nella loro rivendicazione per un futuro sicuro c'è un campo largo che va da artisti come J-Ax a ex operai militanti come Carlo Soricelli, da anni in prima linea nella lotta per la salute e la sicurezza con l'Osservatorio nazionale morti sul lavoro: "No, non si può morire di lavoro a 18, a 19 e a 20 anni. - ha commentato nelle scorse ore - Elena aveva vent'anni, Thomas 19 e Lorenzo 18 tutti e tre morti di lavoro negli ultimi giorni. Fanno bene i giovani a mobilitarsi. (...) Il futuro dei giovani sta diventando un campo di battaglia: il precariato riguarda tutti i nuovi assunti. Dite basta cari giovani vi stanno rubando il futuro e la vita, non ci state"