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Martedì 12 marzo si è tenuto al ministero delle Imprese un incontro con il gruppo Electrolux su situazione e prospettive in Italia. “Un tavolo importante”, commentano Barbara Tibaldi (segretaria nazionale Fiom Cgil) e Alberto Larghi (coordinatore nazionale gruppo Electrolux): “Apprezzabile è la presenza delle istituzioni e dell’azienda al completo e della delegazione dell’unità di crisi. Un tavolo dove affrontare un ragionamento complessivo sul settore e sul gruppo, anche al fine di definire significative politiche industriali di settore”.
La Fiom ritiene fondamentale cominciare una discussione “in cui ognuno, ogni parte presente al tavolo, proponga soluzioni concrete per garantire occupazione e prospettive industriali per un gruppo e un settore assolutamente strategici per il nostro Paese”.
Tibaldi e Larghi rilevano che “se guardiamo al quadro generale descritto dall'azienda, che si proietta anche abbastanza lontano, ci rendiamo conto che siamo in una condizione in cui la più grande multinazionale dell’elettrodomestico presente in Italia denuncia reali difficoltà per gli anni a venire, con prospettive di riduzione di costi e volumi, che si tradurrebbero troppo facilmente in ulteriori oneri a carico dei lavoratori”.
Alla luce di tutto ciò, i due dirigenti sindacali ritengono necessario “che questo tavolo prenda l’impegno di volere che Electrolux rimanga per l’Italia un gruppo strategico. Per fare ciò è necessario trovare soluzioni concrete di politica industriale che puntino a consolidare i volumi produttivi, arrestando il calo e cercando di portarli quanto meno al periodo pre-Covid”.
Nello stesso tempo Electrolux “dovrà fare la propria parte, garantendo che, se ha davvero interesse a rimanere, il prezzo per farlo non può e non deve essere scaricato sui lavoratori, né in termini di esuberi ulteriori né in termini di utilizzo eccessivo di ammortizzatori sociali”.
Tibaldi e Larghi così concludono: “Senza politiche industriali si scarica solo tutto sui lavoratori e non si garantisce il futuro. Non possiamo accettare che tutto ciò accada senza alcuna azione da parte di un governo che dichiara strategico l’elettrodomestico, ma che non passa dalle parole ai fatti. In ballo ci sono posti di lavoro e il futuro per diverse regioni italiane”.