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La Electrolux si avvia a diventare una “industria 4.0”. Digitalizzazione, automazione, robot: sono queste le parole più pronunciate in questi giorni dal management della multinazionale di elettrodomestici per la casa e per uso professionale. Ma bisognerebbe anche parlare di “occupazione” e di “posti di lavoro”, perché tutti questi processi innovativi rischiano di ridurre, se non di dimezzare, il personale dei diversi stabilimenti italiani. Un allarme lanciato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che venerdì 8 marzo si ritroveranno a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, per affrontare assieme ai rappresentanti del governo, dell’azienda e delle Regioni dove hanno sede i siti produttivi, i tanti temi sollevati dal nuovo piano industriale.
Venerdì 26 febbraio la multinazionale svedese ha ufficialmente lanciato il primo programma di Digital Awareness, un percorso di informatizzazione che vede l’Italia come paese pilota e che nei prossimi mesi coinvolgerà tutti i 3.500 dipendenti del nostro Paese. Il programma, che consiste in otto ore di lezione interattiva, ha già riguardato i circa 900 dipendenti della fabbrica di Porcia (Pordenone). Nei prossimi giorni prenderà il via a Cerreto (Ancona), successivamente negli impianti di Forlì, Solaro (Milano), Susegana (Treviso) e Vallenoncello (Pordenone), per un totale di 1.400 ore formative. “Attraverso questo programma – spiega l’azienda in un comunicato – i dipendenti di Electrolux sono guidati alla scoperta degli strumenti informatici più diffusi e dell’evoluzione digitale che sta interessando gli stabilimenti europei del gruppo, sperimentando alcuni degli strumenti digitali più innovativi, come ad esempio visori 3D e scanner barcode”.
Accanto al programma Digital Awareness, da due anni la Electrolux sta portando avanti il Progetto Genesis, che interessa soprattutto lo stabilimento trevigiano, necessario per adeguare i prodotti (i frigoriferi, in particolare) ai nuovi standard energetici imposti dall'Europa e ai processi di automazione. Intenzione della multinazionale è costruire una nuova fabbrica, centrata sull’utilizzo di robot, intelligenza artificiale e sistemi di raccolta dati di quarta generazione. In sostanza, verranno impiantate tre nuove linee produttive altamente automatizzate, che richiederebbe appena un terzo dell’attuale forza lavoro. I primi prototipi dei nuovi elettrodomestici sono stati già realizzati, il timing procede a passo spedito
“A fronte di tanta innovazione, occorre porsi il problema della dimensione occupazionale”, spiega Augustin Breda, componente della Rsu Fiom Cgil di Susegana (Treviso). Ma non solo. Un ulteriore problema, aggiunge Breda, è quello “della riconversione e formazione degli operai, molti dei quali hanno significative carenze di alfabetizzazione digitale. Servirebbe un grande salto culturale, un’alfabetizzazione digitale di massa, non solo per individuare i rischi ma anche per sfruttare le potenzialità dell'innovazione che sta avanzando”.