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Rigeneriamo la città, il lavoro, la democrazia: questo è il titolo del “Manifesto delle lavoratrici e dei lavoratori delle costruzioni” con cui la Fillea Cgil lancia il confronto a tutto tondo sui temi della sostenibilità, coinvolgendo esperti, rappresentanti della politica, delle istituzioni locali, dell’associazionismo ambientalista e della società civile. La prima delle 5 le azioni previste dalla proposta Fillea, è stato al centro di un incontro il 27 luglio in Cgil nazionale, dal titolo “Incentivi fiscali e direttiva UE casa green: le proposte della Fillea Cgil”. Durante l'elaborazione della proposta, Fillea Cgil ha ricevuto il contributo di diversi esperti dell'Associazione Nens (Nuova economia nuova società), tra cui Tullio Fanelli, Gianni Silvestrini, Giuseppe Pisauro, Roberto Seghetti e Vincenzo Visco.
Da quanto emerso dal convegno, l'obiettivo principale del sindacato è favorire la diffusa riqualificazione del patrimonio edile nazionale, garantendo la sua efficienza energetica, sicurezza e salubrità, in linea con lo sviluppo sostenibile e la giusta transizione ambientale promossa dal Green Deal europeo e le nuove Direttive dell'Unione Europea.
Una politica pubblica chiara e sostenibile
Per la Fillea è necessaria ”una politica pubblica di medio periodo, chiara e finanziariamente sostenibile, con riferimenti normativi e tecnici stabili, per raggiungere entro il 2033 la massima efficienza energetica nel settore delle costruzioni£. Questo si allinea con le indicazioni dell'Unione europea, partendo dalla Direttiva "Case Green", che il sindacato ritiene “di fondamentale importanza per la sua visione complessiva e il suo approccio integrato al quartiere”. La direttiva mira agli obiettivi di efficienza energetica e alla salubrità degli ambienti, promuovendo la digitalizzazione e l'auto-produzione e consumo di energia. E “individua strumenti fondamentali come i Piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, strumenti finanziari di intervento diretto e indiretto, nonché il Passaporto dell'immobile e la qualificazione dei lavoratori”. Per raggiungere questi obiettivi, “sono necessari interventi diretti del settore pubblico e incentivi privati, differenziati in base alle condizioni sociali, all'ubicazione urbana e alle esigenze individuali e collettive, con priorità e tempi chiaramente definiti. È essenziale coinvolgere attivamente i grandi player del settore energetico, inclusi le aziende partecipate dallo Stato."
“Il patrimonio edile nazionale può essere suddiviso in patrimonio privato non residenziale, patrimonio pubblico e patrimonio residenziale privato – afferma il sindacato -. La nostra proposta si concentra specificamente sul patrimonio edile residenziale privato, poiché rappresenta la maggior parte degli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e sostenibilità stabiliti a livello internazionale e comunitario. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità di estendere e adattare le proposte presentate anche ad altre tipologie di patrimonio edile. Inoltre, si cercheranno strumenti e risorse specifiche per garantire la sicurezza e l'efficienza energetica del patrimonio pubblico”.
Un testo unico
La Filllea Cgil, in concreto, mira a creare un Testo unico degli incentivi edili, ponendo maggiore enfasi sull'efficienza energetica e la sicurezza. Considerando gli obiettivi del Green Deal Europeo e la nuova Direttiva per le prestazioni energetiche nell'edilizia, è stato analizzato l'impatto degli incentivi in termini di investimenti, occupazione e benefici economici per i proprietari. Al fine di realizzare una riforma completa degli strumenti di incentivazione edile, si vuole apprendere dagli errori del passato e garantire la sostenibilità finanziaria, l'efficacia energetica e l'equità sociale.
Un aspetto cruciale è la preferenza per il trasferimento diretto di fondi da parte dello Stato rispetto agli sconti in fattura o alla cessione del credito. Questo approccio mira a garantire “maggiore trasparenza, efficacia e tracciabilità delle risorse pubbliche, prendendo spunto da esperienze di altri paesi come Francia e Germania”. Si suggerisce inoltre l'introduzione di modelli di cessione del risparmio in bolletta come possibile obbligo per i beneficiari, al fine di incentivare la partecipazione alle spese e promuovere la concorrenza di mercato attraverso la comparazione di offerte. Le priorità principali della proposta includono l'efficienza energetica, la sicurezza antisismica e l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Certezza, stabilità, trasparenza
La creazione di un "Testo Unico" degli incentivi edili si baserebbe sulla certezza e la stabilità delle norme nel medio periodo fino al 2030 e 2033, e sulla selettività nella scelta degli immobili beneficiari, privilegiando le prime case. Ma ci sarebbero anche “facilità di accesso agli incentivi con semplificazione delle procedure amministrative e chiari vincoli sociali”, come il rispetto del contratto nazionale di lavoro e la lotta all'evasione e al lavoro nero. Bisogna poi differenziare le percentuali di sostegno in base al reddito, sia per singole unità abitative che per interventi aggregati, come condomini e parti comuni. Necessario infine definire i tetti massimi di spesa per evitare speculazioni sui prezzi e favorire la trasparenza e la concorrenza., oltre che una copertura completa per redditi bassi e medio-bassi attraverso trasferimenti diretti da parte dello Stato, supportati da forme di mutui verdi o contratti di rendimento energetico, con l'utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti come acquirente di ultima istanza per i "crediti incagliati."
L'obiettivo, insomma, è limpido: evitare un eccessivo vantaggio per beneficiari con redditi medio-alti che hanno goduto di vantaggi energetici e maggior valore immobiliare a costo sostanzialmente nullo, ma anche il mancato coinvolgimento e negoziazione tra imprese e beneficiari a causa della perdita di conflitto di interessi, e una scarsa correlazione tra gli incentivi e i risultati di efficienza energetica, specialmente per gli immobili con classi energetiche di partenza più alte.
Governare i processi
“Non è un caso avanziamo le nostre proposte oggi, prima dell’incontro di fine agosto 2023 tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea per discutere sulla Direttiva case green e prima della prossima legge di bilancio per il 2024 – ha detto Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea, invitando il governo, “a richiedere alla Commissione Europea risorse specifiche aggiuntive, la possibilità di escludere le risorse previste dai piani nazionali per l’efficienza energetica dall’eventuale ritorno al Patto di stabilità, usare quote del Pnrr da ridestinare a combattere così la povertà energetica”.
“Sia chiaro – ha continuato -, le proposte finora avanzate sono proposte che hanno comunque il merito di mantenere aperta la questione e di provare a rispondere anche alle sollecitazioni del sindacato dopo le importanti manifestazioni del 1° Aprile in 5 periferie, con migliaia di lavoratori, cittadini, ambientalisti, studenti che si sono mobilitati dopo il decreto 11/2023.”
“Ovviamente le nostre proposte rappresentano un’alternativa al blocco operato dal governo Meloni - ha detto Genovesi -, sulle politiche per la riqualificazione energetica. Blocco, quello operato dal Governo, della cessione del credito e dello sconto in fattura che di fatto permette, oggi, solo a chi ha già risparmi e liquidità e redditi medio alti, di beneficiare degli incentivi rimasti sotto forma esclusiva di detrazioni. Con i limiti di non selettività, che permangono”. “I processi o li governiamo tutti insieme, o li subiremo come Paese, come lavoratori, come produttori”, ha concluso.