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L’attacco di questi ultimi giorni del ministro Matteo Salvini al diritto di sciopero è inaccettabile. Un diritto garantito dalla Costituzione, su cui il Governo giura nel momento del suo insediamento e che rappresenta la cornice democratica di valori dentro la quale tutti e tutte ci muoviamo, non può essere messo in discussione. Questo sciopero, per di più, esprime una necessaria posizione di contrarietà verso una legge di bilancio che va nella direzione opposta alla giustizia sociale e ambientale e non risponde in alcun modo all’aumento della povertà assoluta certificato dagli ultimi dati ISTAT.
Le mancanze della legge di bilancio giustificano l’azione collettiva di protesta sia nel merito delle decisioni, ma anche nel metodo, perché il governo mostra estraneità al valore del dialogo e del confronto sociale, anche se conflittuale come uno sciopero, e sta contraendo in modo estremo la possibilità di proporre modifiche alla manovra, minimizzando di fatto la voce di tutti gli altri attori istituzionali e sociali.
Un metodo che non rafforza la democrazia ma che, al contrario, rappresenta un altro passo verso la deriva autoritaria. Ancora più perché attaccando il sindacato si attaccano i lavoratori e le lavoratrici, la cui perdita di potere in questi anni, anche a causa del sistematico indebolimento dei sindacati, è una delle cause dell’aumento delle disuguaglianze.
Chiediamo il rispetto dei diritti costituzionali e il coinvolgimento da parte di chi governa il Paese delle forze sociali e del lavoro in merito a decisioni cruciali per tutte e tutti.