“A Roma, è sempre più difficile la vita per le persone con disabilità e per le loro famiglie: dai ritardi del bando per la copertura dell’assistenza Oepa per il prossimo anno scolastico all'emergenza assistenza domiciliare”. Così, in un comunicato, la Cgil di Roma e del Lazio.
“In presenza di una fragilità connessa alla disabilità, le persone o le famiglie si rivolgono al servizio sociale del municipio di residenza, ma nella maggioranza dei casi i municipi non riescono a soddisfare la grande richiesta di assistenza domiciliare. Parliamo di tante e diverse necessità, connesse all’età della persona da aiutare e prendere in carico: minori, adulti, anziani, nuclei familiari con minori che hanno bisogno di un supporto educativo domiciliare. Da un monitoraggio di Saish, Saisa e Sismif sulla situazione delle liste d'attesa emerge chiaramente che, a fronte di un aumento della domanda dettata in particolare dall’aumento dell’aspettativa di vita e dal conseguente aumento delle cronicità, le risorse impiegate sono scarse e insufficienti, ben lontane dal garantire i livelli essenziali di assistenza. Il sistema, finora seguito, non è adeguato a gestire la situazione corrente”, prosegue la nota.
“Abbiamo municipi ad alta densità abitativa, settori in cui la crisi economica e l’assenza di lavoro sono pesantemente percepite e dove in questi anni è diminuita la capacità delle famiglie di farvi fronte. Qui le liste di attesa degli ‘adulti’ e degli anziani superano abbondantemente le 100 unità, quelle dei minori le sfiorano. I tempi di attesa possono oltrepassare il decennio. Le conseguenze nel caso di minori sono gravi, sia per l’aggravio sulle famiglie sia per la negazione di interventi in termini di riabilitazione mirata anche domiciliare e di socializzazione. Ciò si tradurrà nel tempo in una cronicizzazione di comportamenti e disturbi dettati dalla disabilità e dal disagio, con un sicuro e generale aumento della futura spesa pubblica. Dai dati in possesso sono evidenti e considerevoli le disparità territoriali dettate, oltre che dalla composizione sociale della popolazione, anche dalle diverse capacità di reddito. Questo significa che nei quartieri e nei municipi popolari non è possibile neanche il ricorso a soluzioni di mercato a fronte di un'assenza di risposta del servizio pubblico o di una limitata offerta pubblica”.
“È una situazione di emergenza, che impone, a nostro avviso, un nuovo e più efficiente modello di servizi territoriali, adeguati alle necessità delle persone e a una presa in carico globale dell’utente. Nell’immediato, servono maggiori risorse per Saish, Saisa, Sismif per consentire, da subito, lo scorrimento delle liste e l’utilizzo di tutti i fondi impegnati dai municipi per tali scopi. È necessario chiedere a Roma Capitale fondi aggiuntivi da parte dei municipi, anche in previsione del prossimo assestamento di bilancio. Il Comune di Roma sembra sordo alle nostre richieste, non apre interlocuzioni con nessuno, non cerca un confronto per individuare un sistema idoneo a dare sollievo alle famiglie coinvolte. La situazione è prossima al tracollo. Dopo quest'ennesima denuncia, se non avremo risposte concrete orientate alla soluzione del problema, avvieremo una mobilitazione con tutti i soggetti interessati”.