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Nessun posto è come i social quando si cerca una rappresentazione amplificata del dibattito pubblico. Non fa eccezione la discussione sul primo atto dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil previsto per venerdì 17 novembre e fortemente osteggiato da Matteo Salvini.
Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti non ha perso occasione per portare la sua polemica contro i segretari Landini e Bombardieri sulle piattaforme. Su X-Twitter, per esempio, ha rilanciato il video dell’intervista rilasciata a Porro in modo che tutti gli utenti potessero vederlo ribadire la sua teoria del weekend lungo. In un post diverso, invece, ha rivendicato con una card la decisione di precettare lo sciopero del settore dei trasporti al fine di “salvaguardare i diritti di venti milioni di lavoratori, cittadini e pendolari”.
Sui social, però, nessuna affermazione passa inosservata. Così tra gli utenti che ricordano al ministro dei Trasporti che “la natura stessa degli scioperi consiste nel creare disagi” e coloro che si dichiarano coinvolti in quegli stessi disagi ma non per questo contrari alle mobilitazioni, ci sono quelli che rammentano a Salvini che lo sciopero non è solo un diritto dei lavoratori, ma anche un sacrificio.
“ABC: non si dovrebbe dimenticare che lo sciopero ha un costo salato per chi lavora. Decidere di rinunciare a una parte dei già bassi salari non è cosa che si fa a cuor leggero e senza valide motivazioni”, scrive un utente di X con nickname QPeriscopica.
Il fatto che scioperare significhi rinunciare allo stipendio della giornata di mobilitazione, torna nelle argomentazioni di molte persone che rivendicano la validità delle proprie motivazioni anche sulla base di quel sacrificio.
Tra queste c’è chi evidenzia che la rinuncia a una parte di stipendio può essere particolarmente gravosa nell’attuale contesto lavorativo italiano. Scrive Vincenzo Di Giacomo: “Sembra che con lo sciopero, chi lo farà, decida di rinunciare ad alcune ore di stipendio perché a fine mese gli avanza qualcosa. No, a nessuno avanza niente. Ma sicuramente manca qualcosa”.
Al suo post si accoda Giusy che, a un utente che riprendendo le argomentazioni di Salvini accusava i lavoratori intenzionati a scioperare di aver “già prenotato il volo Ryanair per Ibiza per giovedì sera”, risponde che “facendo sciopero si perde un giorno di stipendio e perdere una giornata di retribuzione pesa e non poco! Soprattutto quando gli stipendi sono bassi e il costo della vita sempre più alto”.
Non cercano pietà i lavoratori, ma chiedono di non essere sminuiti nelle proprie azioni collettive. Così Francesca nel suo tweet: “Lo sa che quando si sciopera un lavoratore perde parte del suo stipendio? Bene. Si sciopera perché la situazione in tutti i settori è grave. Non per un capriccio. Sminuire le ragioni di uno sciopero è sintomo di totale indifferenza”.
Non c’è migliore conclusione a questo dibattito del post di Cinthia Hayworth: “Dopo le esternazioni di Salvini credo che saranno molti di più quelli che faranno sciopero, me compresa”.