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Un delegato sindacale della Flai Cgil, presso la multinazionale dei gelati Pregel di Reggio Emilia, è stato licenziato alla vigilia di Pasqua, “colpevole”, secondo l’azienda, di aver tossito senza coprirsi la bocca con le mani, cosa che - sottolinea il sindacato - "non poteva fare avendo le mani occupate per l’esecuzione della sua mansione lavorativa".
"In realtà - denuncia la Flai in un comunicato - l’azione intrapresa dall’azienda è tanto sconcertante quanto pretestuosa, volta a colpire chi in azienda chiede il rispetto dei diritti per tutti i lavoratori a cominciare dalla salute e sicurezza sul posto di lavoro. Infatti, le prime contestazioni arrivano proprio a seguito di alcune osservazioni del delegato, nel corso di una riunione in azienda, in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus sul luogo di lavoro, dalla sanificazione degli ambienti al distanziamento. I rilievi e le dichiarazioni del delegato della Flai Cgil non sono state riportate nel verbale della riunione, che quindi il lavoratore si è rifiutato di firmare. Da qui una serie assurda di contestazioni che hanno dell’inverosimile".
“Crediamo che un provvedimento come il licenziamento, con queste motivazioni e queste dinamiche ed in un periodo così particolare per il Paese, sia di una gravità inaudita - dichiara Ivano Gualerzi, segretario nazionale Flai -. Le motivazioni avanzate dall’azienda non trovano giustificazione alcuna e con un provvedimento violento e abnorme si va a colpire un lavoratore che si è messo in gioco per la difesa di diritti che riguardano tutti i lavoratori, a partire da quello della salute e sicurezza”.
“Questo lavoratore – prosegue Gualerzi - oggi si trova senza reddito e con una famiglia da mantenere, che, oltre a vivere come tutti il dramma e le preoccupazioni determinate dall’emergenza coronavirus, deve anche affrontare un licenziamento. Chiediamo all’azienda il ritiro formale del licenziamento, che in base ai nuovi provvedimenti straordinari non potrebbe nemmeno essere comminato, se così non sarà ci attiveremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastare un provvedimento ingiusto, persecutorio, ingiustificato. Nessuno pensi che l’emergenza in corso ci possa far abbassare la guardia sul rispetto dei diritti dei lavoratori, anzi – conclude Gualerzi - oggi più che mai abbiamo bisogno di lavoratori e delegati con la schiena dritta, con piena agibilità senza timori di ricatti o ritorsioni”.