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“Il provvedimento varato ieri dal governo non dà più alibi a nessuno", è quanto afferma Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, riferendosi agli interventi sul settore dell’edilizia contenuti nel Decreto aiuti.
“Il decreto interviene in modo importante per adeguare gli importi di gara, aggiornare i prezziari regionali e per garantire, attraverso l’adeguamento al caro materiali, la continuità delle opere in corso e di quelle da realizzare previste dal Pnrr, dai Contratti di programma e dalla programmazione ordinaria, cosi come avevamo richiesto” spiega Genovesi, che prosegue “ora niente più alibi, occorre affrontare gli altri colli di bottiglia che si chiamano qualificazione del settore, investimenti in sicurezza, professionalità, occupazione di qualità, contrasto alle infiltrazioni”.
Per il segretario Fillea “ora tutte le stazioni appaltanti, nazionali e locali, si concentrino per far applicare le norme del Decreto ministeriale 142 del 2021 che dal 1° novembre scorso ha reso obbligatorio il Durc di congruità per tutte le opere pubbliche, verifichino l’applicazione corretta della parità di trattamento economico e normativo e l’applicazione del medesimo Ccnl tra lavoratori in subappalto e lavoratori in appalto come previsto dal Decreto 77/2021 ora legge 108/21, prima di autorizzare un subappalto. Soprattutto, si attrezzino bene consulenti, Ispettorato del lavoro, Agenzia delle entrate e professionisti per garantire realmente, dal 27 maggio prossimo, che per beneficiare di qualsivoglia bonus e super bonus sia verificato l’obbligo di applicare i contratti collettivi dell’edilizia sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”.
Accanto a questo, la Fillea sollecita il governo a favorire l’attività delle scuole edili e dei comitati paritetici territoriali "agevolando l’importante azione di formazione sul green building, sui nuovi materiali e tecniche costruttive, sull’addestramento per la sicurezza, aspetti su cui anche il recente rinnovo contrattuale dell’edilizia investe risorse importanti. Servono almeno altri centomila operai e tecnici, serve un piano straordinario di controlli e verifiche nei cantieri, serve un’azione di qualificazione e selezione delle imprese, contro i tanti, troppi, che si stanno improvvisando imprenditori edili. La messa a terra delle tante risorse pubbliche e private deve avvenire partendo dalla garanzia del buon lavoro, del lavoro sicuro. Gli strumenti ci sono, ora il salto di qualità devono compierlo le stazioni appaltanti ed i committenti privati” conclude Genovesi ricordando che “o la ripresa coinciderà infatti con una reale politica di crescita industriale delle aziende, di valorizzazione del lavoro o, invece di ridurre, rischia di far aumentare le ingiustizie sociali”.