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Il 18 settembre Cgil, Cisl e Uil tornano in piazza. Anzi in tante piazze. Quelle di un paese in cui la crisi generata dalla pandemia si somma ai nodi mai risolti: precarietà, sfruttamento, bassi salari. In una conversazione con l’Ansa in vista di questo appuntamento il segretario generale della Cgil ha ricordato che i sindacati saranno in piazza anche “per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro pubblici e privati, per contrastare l'intransigenza di Confindustria e per una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e dia valore generale alle norme, ai diritti ed ai salari dei contratti nazionali", e ha sottolineato anche la necessità di "garantire la sicurezza nel lavoro e la sicurezza sociale attraverso un sistema di ammortizzatori universale e strumenti efficaci per rispondere alle tante crisi aperte".
Lo slogan scelto per l’occasione è “Ripartire dal lavoro”. "La pandemia – ha ricordato il leader della Cgil – ci ha lasciato un Paese più povero e più diseguale, ha reso evidenti tutte le debolezze e i divari, ha distrutto posti di lavoro. La risposta deve ripartire dai bisogni sociali delle persone, come la sanità, l'istruzione, la non autosufficienza".
Ma non basta: la ripresa avverrà solo se si sceglierà un nuovo modello di sviluppo: "È il momento di riscrivere le politiche economiche e costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro, sulla cura, delle persone, dell'ambiente e del territorio, che si contrapponga all'economia dell'incuria e dello spreco". Si andrà davvero verso il futuro, ha osservato, "solo se saremo capaci di cogliere le sfide dell'ambiente, della riconversione ecologica, delle produzioni e dell'innovazione attraverso nuove politiche industriali”. E in questo senso bisognerà “saper utilizzare tutte le risorse europee per investimenti e infrastrutture che uniscano il Paese e affrontino i divari sociali, economici e territoriali a partire dal Mezzogiorno e creino lavoro in particolare per giovani e donne".
Importante anche, per affrontare le diseguaglianze, il tema fiscale, con una riforma che punti a “redistribuzione, progressività e contrasto all'evasione", ha concluso Landini.