Oltre 1.800 persone si imbarcheranno domani 8 febbraio da Cagliari e Olbia per partecipare sabato alla manifestazione dal titolo "Futuro al Lavoro", organizzata da Cgil, Cisl e Uil nazionali in piazza San Giovanni a Roma, a sostegno della piattaforma sindacale unitaria e della richiesta al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte per il Paese. Creazione di lavoro di qualità, investimenti pubblici e privati, infrastrutture, equità fiscale, rivalutazione pensioni, interventi sugli assi strategici e rafforzamento del welfare, sanità, istruzione, servizi sociali, rinnovo dei contratti pubblici, maggiori risorse per i giovani, le donne e il Mezzogiorno: queste, in sintesi, le priorità di Cgil, Cisl e Uil al centro della mobilitazione del 9 febbraio.
Critica la posizione dei confederali sulla manovra economica, giudicata insufficiente e recessiva perché taglia gli investimenti produttivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo, non diminuisce la pressione fiscale sul reddito da lavoro dipendente e da pensione mentre introduce la flat tax per le partite Iva determinando una grave e incostituzionale differenziazione del trattamento, non favorisce la creazione di lavoro stabile né la coesione del Paese, riduce le infrastrutture sociali e taglia le risorse per il Mezzogiorno. "Per quanto riguarda i due provvedimenti più discussi, pensioni e reddito di cittadinanza, la “quota cento”, pur rappresentando un’opportunità soprattutto per i lavoratori pubblici e per i dipendenti privati delle aree forti del Paese, non supera affatto la legge Fornero e lascia ancora aperti i temi delle garanzie previdenziali, per i giovani, le donne e i precari. In sostanza crea nuove disuguaglianze di trattamento fra le persone; il reddito di cittadinanza a sua volta, discrimina le persone con criteri discutibili che prestano il fianco a possibili abusi e rischia di generare un conflitto tra poveri: si fa confusione tra assistenza sociale e politiche del lavoro, con il rischio di vanificare entrambe le strategia sperperando ingenti risorse pubbliche e annullando così ogni buona intenzione", si legge in una nota della Cgil sarda.
"A sostegno di queste politiche il governo ha scelto di indebitare il Paese, impegnato già da oggi a reperire ulteriori 53 miliardi di euro per scongiurare l’aumento indiscriminato dell’Iva sui consumi delle famiglie, fino al 26,5 per cento a partire dal 2020. Nel frattempo si è riaffacciato il rischio di una nuova crisi economica con previsioni di crescita sensibilmente più basse di quelle su cui è basata la manovra e l’Italia è già entrata anche tecnicamente in una spirale recessiva, per la quale si annuncia una manovra bis lacrime e sangue che probabilmente sarà realizzata all’indomani delle elezioni europee", continua la nota.
"Tutto ciò è occultato da una campagna mistificatoria all’insegna del razzismo di Stato con misure che attentano ai diritti fondamentali della persona umana come il decreto sicurezza. Si alimenta poi un dibattito sterile sulle grandi opere, teso a bloccare gli investimenti, e conflittuale con i Paesi d’Europa che le cofinanziano, causando ulteriori danni alle finanze pubbliche e alla crescita del Paese, la cui coesione è minacciata dal sostegno dichiarato al federalismo egoista delle regioni ricche, senza garanzie di prestazioni pubbliche uniformi, per tutti i cittadine e i territori, in particolare i più deboli. Per tutte queste ragioni, che rischiano di avere effetti devastanti per una regione come la Sardegna, la partecipazione alla manifestazione e l’impegno organizzativo sono decisamente imponenti e si è reso necessario organizzare il doppio viaggio in nave da Cagliari (alle 18) e da Olbia (alle 22 e 30), con circa quaranta pullman al seguito, per portare a Roma tutte le delegazioni provenienti dai diversi territori dell’Isola", termina il comunicato.