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Dallo sciopero del 19 ottobre, stanno protestando pacificamente con un presidio permanente davanti ai cancelli, dove hanno ricevuto e ricevono la solidarietà della comunità locale e le visite di rappresentati istituzionali ma dove non arrivano le risposte tanto attese. Questa mattina (mercoledì 2 novembre) la disperazione ha preso il sopravvento e alcuni lavoratori sono saliti sul tetto del Consorzio a Trebisacce (Cosenza).
È l’ennesima protesta per una situazione pesantissima, che va avanti da mesi e per la quale si fatica a trovare soluzioni. I lavoratori sono costretti ad azioni eclatanti ed estreme per far parlare di loro, per attirare l’attenzione su una vertenza ormai insostenibile e che vede calpestata la dignità di chi lavora. Oggi, come un anno fa, i lavoratori del Consorzio di Trebisacce cercano di avere giustizia salendo su un tetto per gridare a gran voce le proprie ragioni.
Sono circa 150 i lavoratori del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Ionio Cosentino che attendono lo stipendio da sette mesi, sette mesi di difficoltà per lavoratori che comunque hanno garantito la campagna d'irrigazione della Piana di Sibari, strategica per l’agricoltura locale e che vede la coltivazione, tra gli altri, di prodotti Igp come le clementine di Calabria.
L’Ente consortile deve pagare gli stipendi arretrati e i Tfr, ma a fronte di una esposizione debitoria importante non sa trovare le risposte che servirebbero: colpa di una gestione inadeguate? Colpa di scelte inappropriate nel corso degli anni?
Di certo i lavoratori attendono da troppo tempo. “Anche con l’intervento anche della Regione - dichiara Tina Balì, segretaria nazionale Flai Cgil - devono arrivare risposte concrete e immediate. Il made in Italy, a noi sempre caro, si tutela anche pagando i lavoratori e le lavoratrici che ne consentono la produzione. Noi siamo al fianco dei lavoratori del Consorzio, sostenendo le loro giuste rivendicazioni in ogni sede”.
Federica Pietramala della segreteria Flai Cgil Calabria, che segue e ha seguito da sempre questa difficile vertenza, sottolinea come ancora oggi non ci siano rassicurazioni di alcun tipo dal presidente del Consorzio. “La disperazione è tanta – spiega Pietramala - come tanti sono i problemi di questi lavoratori e delle loro famiglie, è inaccettabile quello che sta accadendo. Sette mensilità arretrate per famiglie, alcune delle quali monoreddito, significano difficoltà a far fronte alle spese correnti, quotidiane e necessarie”.