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Il numero è impressionante: siamo ancora ad agosto e già abbiamo superato i mille morti sul lavoro. La giornata di giovedì 25 ha registrato otto vittime, come puntualmente riporta Carlo Soricelli, da 15 anni curatore dell'Osservatorio nazionale morti sul lavoro di Bologna. “I media riferiscono solo di quattro vittime, ma altrettanti muoiono sulle strade e in itinere”, spiega: “Anche la politica non ne parla e non si accorge di questa strage inarrestabile che riguarda tutti gli incidenti sul lavoro, non solo quelli degli assicurati Inail”.
Con il triste bilancio di ieri, dunque, abbiamo superato i mille caduti. Hanno perso la vita l’operaio 42enne Matteo Tambalo a Isola Rizza (Verona), investito da un furgone mentre tagliava l'erba dell'aiuola di un distributore di benzina; l’operaio 52enne Iliev Plamen Slalev alla ditta Rhenus di Buccinasco (Milano), travolto da un cumulo di bancali mentre scaricava un camion; il bracciante agricolo 52enne Giuseppe De Marinis nell’azienda Ludovico di Massafra (Taranto), schiacciato dal trattore che stava guidando; l’imprenditore 59enne Giordano Cicognani a Offanengo (Cremona), precipitato nel vuoto in seguito alla rottura di un pannello di copertura del tetto di un capannone.
E ancora: sono morti carbonizzati all’interno dei propri veicoli i camionisti Nicola Negro (56 anni) e Stefano Cappelletti (54 anni) sull'autostrada A21 nei pressi di Piacenza, in seguito al tamponamento dei propri mezzi (un'autocisterna e un grosso furgone) e al conseguente incendio; a Montefalcone Appennino (Fermo), in seguito all’improvviso ribaltamento del trattore su cui stava lavorando, ha perso la vita l’ex vigile del fuoco 72enne Luciano Mercuri. Sempre ieri, infine, dopo un ricovero durato oltre quattro mesi è deceduto a Brescia l’agricoltore 70enne Adriano Papa, anch’egli investito il 16 aprile scorso dal trattore che stava conducendo.
“In Italia ci sono oltre 1 milione 600 mila aziende e appena 7 mila ispettori, contando anche le nuove assunzioni”, ha spiegato la segretaria confederale Cgil Francesca Re David in una recente puntata di Radio Anch’io: “Questi numeri danno l’idea di cosa hanno significato anni di tagli sul fronte della sicurezza, tagli che hanno riguardato non solo l’Ispettorato nazionale ma anche le Asl, che hanno una competenza specifica sulla salute nei luoghi di lavoro”. Re David rileva, ad esempio, come sia “impensabile che avendo a disposizione una tecnologia in grado di segnare l’avvicinarsi di un ostacolo a chi è alla guida di un’automobile, questa non venga applicata nei luoghi di lavoro per prevenire gli incidenti”.
Per Francesca Re David “purtroppo è passata l’idea che tutto è un costo da limitare. E allora ecco la precarizzazione del lavoro, la catena di appalti e sub-appalti, ecco che gli incidenti aumentano appena è cominciata la ripresa”. Nei posti di lavoro, conclude la segretaria confederale Cgil, vale “più il profitto che mettere in sicurezza le persone. E ovviamente c’è un nesso con il lavoro nero e con il lavoro sfruttato, anche se gli incidenti accadono anche dove c’è lavoro regolare”.
I numeri sono importanti, si diceva prima: andiamo allora a leggere quelli forniti dall’Osservatorio di Bologna. Dall’inizio dell’anno sono morti 1.002 lavoratori: 520 sono caduti nei luoghi di lavoro, 482 hanno perso la vita in itinere e sulle strade. “In questi numeri – precisa Soricelli – ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’Inail, che sono oltre quattro milioni di lavoratori, i morti ‘in nero’ e i milioni di agricoltori, spesso pensionati, che continuano a lavorare per rimpinguare le loro magre pensioni”.
Dall’inizio dell’anno sono rimasti vittime d’incidenti mortali 119 agricoltori (schiacciati dal trattore) e 82 autotrasportatori, due categorie solitamente ignorate dai conteggi ufficiali. Riguardo la distribuzione geografica dei 520 caduti nei luoghi di lavoro (quindi al netto di quelli in itinere e in strada), l’Osservatorio segnala il primato della Lombardia (66, in testa Brescia, Milano, Lecco e Bergamo), seguita dal Veneto (45, guidano Vicenza, Verona e Venezia), dalla Campania (41, in primis Salerno e Caserta) e dal Piemonte (39, in testa Torino e Cuneo).