La campagna per la raccolta firme per i quattro quesiti referendari sul lavoro esce dai confini. A giugno una serie di iniziative ha portato i dirigenti della Cgil all’estero, a confrontarsi e a convincere anche i tantissimi lavoratori italiani nel mondo. Questo referendum parla anche di loro e della loro scelta spesso obbligata di espatriare di fronte alla mancanza di prospettive nel nostro Paese, dove il lavoro si trova con sempre maggiore difficoltà e anche quando si trova ha perso valore in termini di salario, possibilità di crescita, sicurezza.

Così a Berlino spunta il nome di Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil Bologna, impegnato sabato scorso, 15 giugno, in una iniziativa organizzata nella sede Inca Cgil della capitale tedesca, in Hermann-Blankenatein-Strasse. Un incontro pubblico moderato da Fabio Sebastiani, Direttore di Radio MIR e Dirigente FILEF, nel quale il segretario di Bologna ha spiegato l’importanza di questi referendum e risposto alle domande di chi ha partecipato all’assemblea, disponibile anche da remoto.

“Un’assemblea pensata per i cittadini italiani a Berlino – ha detto Michele Bulgarelli ai microfoni di Collettiva –. A loro proponiamo di aderire ai quattro referendum proposti dalla Cgil per un lavoro sicuro, stabile, dignitoso e tutelato perché la questione dei referendum ha l’obiettivo di aprire una grande discussione sullo stato del lavoro nel nostro Paese. Che Paese vogliamo e che mondo vogliamo non sono domande che riguardano solo i cittadini italiani residenti in Italia, sono domande che riguardano tutti gli italiani”.

Questi referendum riguardano tutti perché parlano di che Paese vogliamo e se va bene un lavoro così, dove sfruttamento, illegalità, bassi salari, lavoro povero la fanno da padroni o se vogliamo provare a invertire una storia di trent’anni di precarizzazione sul lavoro”.

“Oggi – spiega Michele Bulgarelli – raccogliamo le firme, domani, nel 2025, si voterà. Quindi ogni cittadino, ogni lavoratore che convinciamo oggi e che firma i referendum, domani siamo convinti che andrà a votare e convincerà un compagno di lavoro, un amico, un conoscente ad andare a votare perché crediamo che la grande sfida sarà portare a votare la metà più uno dei cittadini aventi diritto”.

“Questa è anche una campagna a favore della Costituzione nata dalla Resistenza. Intanto perché la Costituzione si difende applicandola. Il referendum è uno strumento costituzionale, 500mila cittadini possono decidere di abolire in tutto o in parte le leggi dello Stato che non ci piacciono. In secondo luogo perché incontriamo, nelle tante assemblee nei luoghi di lavoro, nei mercati, nei banchetti, nelle piazze, in città, tanti, tantissimi lavoratori e cittadini che non vanno a votare per le elezioni. Se vota per le elezioni europee nel nostro Paese meno di un cittadino su due, incontrando nelle fabbriche, nelle piazze alcuni di quelli che non hanno votato, spiegando loro i referendum e convincendoli a firmare, facciamo anche un’opera a difesa di una democrazia radicale e a favore della Costituzione che chiede l’impegno di tutti a partecipare. A partecipare in fabbrica, in ufficio, iscrivendosi, seguendo le assemblee e andando a votare tutte le volte che c’è bisogno di farlo”.

“Questa campagna – ha detto Michele Bulgarelli – ci permette di entrare in sintonia con le persone e di raccogliere l’enorme consenso che c’è nei luoghi di lavoro e tra lavoratori e lavoratrici. Sono davvero convinto che la scelta della Cgil di promuovere i quattro referendum tocca le corde giuste perché parla di un lavoro sicuro. C’è bisogno di un lavoro sicuro anche se sei a tempo indeterminato ma puoi essere licenziato in ogni momento, se hai un contratto a termine che viene rinnovato ogni tre mesi o se hai paura per la tua sicurezza perché lavori nella catena degli appalti. La scelta giusta della Cgil ci permette di raccogliere un consenso che, guarda caso, arriva dopo un anno di mobilitazione che ha visto anche la nostra confederazione tornare a crescere come numero di iscritti tra i lavoratori attivi”.