Octav Stroici, l'operaio rimasto 11 ore sotto le macerie in seguito al crollo di parte della Torre dei Conti nel centro di Roma, è morto all'ospedale Umberto I. È stato travolto assieme ad altri 5 colleghi dalla polvere e dai calcinacci. Originaro di Suceava, nel nord della Romania, il manovale viveva a Monterotondo, alle porte di Roma. Aveva 66 anni e alle soglie della pensione faceva un lavoro pericolosissimo. Lascia la moglie e una figlia.
“Aveva 66 anni, l'altro lavoratore in codice rosso in ospedale ne ha 64 – ci dice Diego Piccoli, segretario generale della Fillea Cgil Roma e Lazio – Non si può lavorare in cantiere, non si può stare su un'impalcatura a quell'età. I lavori non sono tutti uguali, lo gridiamo da anni”.
“Ma c'è anche un problema strutturale, oltre all'accesso alla pensione – continua – ed è legato al lavoro povero. A volte anche quando si hanno i requisiti per poter uscire, non si ha l'opportunità di avere una pensione che assicuri la dignità. Quindi spesso i lavoratori, soprattutto in questa fase di boom dell'edilizia, scelgono di rimanere al lavoro, perché anche lavorando, purtroppo, non riescono a vivere con la dignità che dovrebbe essere garantita”.
“Il crollo – dice ancora Piccoli – è una ferita nel centro di Roma. Qui noi abbiamo fatto degli accordi importanti che hanno permesso lavori complessi e ingenti, senza che ci fossero infortuni gravi fino a ieri. C'è un problema, però, che va oltre questo incidente. Tutto il patrimonio artistico e archeologico di una città come Roma non è stato curato per decenni. Oggi abbiamo lavoratori, soprattutto quelli del restauro, che si occupano di questo patrimonio e che rischiano tutti i giorni la vita. Nella maggior parte dei casi viene loro applicato un contratto come quello sottoscritto da Ugl che non solo non riconosce la dignità salariale, ma neanche oneri adeguati sulla sicurezza e sulla formazione”.
“Quindi – conclude – si deve partire dalla giusta applicazione dei contratti collettivi nazionali. Poi ci sono i controlli, poi ci sono le capacità delle stazioni appaltanti di poter garantire, dalla progettazione fino alla realizzazione dell'opera, salute e sicurezza per i lavoratori”.

























