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“La stessa regolarizzazione degli stipendi dei lavoratori di Croce Rossa è avvenuta solo dopo una lunga mobilitazione dei lavoratori e diversi incontri con l’amministrazione. Ora va ripristinato il diritto a una retribuzione regolare anche per i lavoratori in appalto, che, a loro volta, come troppo spesso accade, sono ostaggio di contenziosi, veri o presunti, fra il committente e l'appaltatore, e pagano sulla loro pelle i rimpalli di responsabilità”, prosegue il sindacato.
“Non sono lavoratori di serie B, ma a tutti gli effetti lavoratori del servizio pubblico, che svolgono un compito molto delicato, a contatto con utenti fragili, e che in questo periodo di pandemia, come tutti, hanno dato e stanno dando un contributo enorme, superiore alle loro forze. Purtroppo, come troppo spesso accade nel sistema degli appalti, sono loro a pagare le irregolarità e a cadere nelle maglie di un sistema frastagliato, nell’ambito degli appalti nei servizi sanitari”, continua la nota.
“La società, nonostante le richieste di convocazione, finora ha negato il confronto. E non è la prima volta che scarica la responsabilità e non si occupa minimamente del dramma che vivono i lavoratori alle proprie dipendenze, trincerandosi nel silenzio. Mentre chi si prende in carico un appalto, ha l’obbligo di garantire lo stipendio ai propri dipendenti, a prescindere da diatribe con la committenza”, ribadisce la Fp Cgil.
“Dopo la nostra richiesta, siamo stati convocati per il prossimo lunedì 8 febbraio dal Comitato della Croce Rossa, sia per quanto riguarda la trasparenza dei pagamenti e dei contenziosi con la società, sia per verificare la possibilità di avviare un percorso di internalizzazione di questi lavoratori, anche nel rispetto di quanto prevede la legge regionale per le strutture accreditate. Subito dopo, saremo in assemblea con i lavoratori per calendarizzare le iniziative da intraprendere, sia di mobilitazione, anche arrivando allo sciopero, sia legali per il recupero della tredicesima e delle mensilità mancanti”.
È inammissibile che professionisti che operano nel servizio pubblico, si ritrovino a vivere al limite della sostenibilità, per loro e per le loro famiglie, senza veder riconosciuto il più basilare dei diritti. Oltre a ripristinare la regolarità della retribuzione, è necessario dare garanzie sul futuro di questi lavoratori e insieme a loro lotteremo per ottenerle”, conclude la Fp Cgil di Roma e Lazio.