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“Oggi dovremmo portare tutti il lutto al braccio – esordisce il presidente dell’Osservatorio Carlo Soricelli – . Continua ad esserci poco da festeggiare: il 2019 si è concluso con oltre 1.400 morti, 700 di questi sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere. L'anno in corso, prima dell'esplosione della pandemia e delle misure restrittive decise dall'esecutivo, era iniziato con cifre in linea con quelle degli ultimi anni in cui, nonostante i proclami dei governi, le vittime hanno continuato ad aumentare. Dal gennaio 2008 – appena 3 settimane dopo la tragica morte di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino – gli eventi registrati sui fogli excel di Soricelli sono stati oltre 17 mila.
L'omaggio. "Durante questa giornata – prosegue Soricelli – è nostro dovere rivolgere un pensiero a tutto il personale sanitario che dall'inizio della crisi si è rimboccato le maniche per il nostro bene e ha compiuto sacrifici enormi ai danni della propria salute e di quella dei propri cari". In poco più di 2 mesi di emergenza, tra il personale si sono contati oltre 20 mila contagiati, sono morti più di 150 medici, un terzo dei quali di base, e oltre 45 tra infermieri e operatori socio-sanitari. Un poco invidiabile primato europeo per i nostri ospedali
Non solo i medici. Secondo Soricelli, le professioni sanitarie non sarebbero l’unica categoria a cui spetterebbe il riconoscimento assicurativo per aver contratto al lavoro una malattia dagli esiti letali. Ce ne sono decine in cui è richiesto un contatto umano: commesse e cassiere del commercio; sportellisti di banche e uffici postali, addetti dei trasporti, fino ad operai, giornalisti e carabinieri. I casi monitorati dall’ex operaio metalmeccanico fin qui sono almeno 335. “Un'elaborazione iniziata un po’ in ritardo, perché ci è voluta qualche settimana per comprendere quanto alta fosse l’incidenza del virus sui casi di infortunio mortali sul lavoro. Ma si tratta di uomini e donne che hanno tutto il diritto di aver riconosciuto quanto spetta loro. Non c’è attività dove non ci siano state vittime. È giusto che ai loro familiari venga riconosciuto questo diritto”.