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È iniziato lunedì 17 marzo lo sciopero a oltranza delle lavoratrici e dei lavoratori della Meta System di Reggio Emilia. I 450 dipendenti, cui si aggiungono i 130 dello stabilimento di Mornago (Varese), della storica azienda (fu fondata nel 1973) specializzata in sistemi elettronici avanzati per il settore automobilistico, sono mobilitati per avere certezze per il proprio futuro occupazionale.
Venerdì 14 i sindacati hanno organizzato le assemblee con il personale, cui è stato descritto lo stato dei rapporti con l’azienda, con la conclusione amara che “fino a oggi nessuno degli impegni presi dal gruppo dirigente aziendale, dagli advisor e dai consulenti, è stata mantenuta”. Va ricordato che dal 1° gennaio i dipendenti sono in contratto di solidarietà, che si concluderà il 30 giugno prossimo.
A esasperare la situazione è stata l’indisponibilità della società all’incontro al ministero delle Imprese (Mimit) che dovrebbe tenersi mercoledì 19 marzo. “Non avevamo ancora visto – dicono le due sigle sindacali – un’azienda che pensa di negoziare con il ministero le date delle convocazioni, a dimostrazione del livello d’incompetenza e irresponsabilità di chi oggi dirige la Meta System”. Il ministero ha però confermato l’incontro, che si svolgerà da remoto.
Meta System: la situazione
La società, di proprietà della multinazionale cinese Deren (con partecipazioni azionarie di fondi di investimento cinesi) produce schede per batterie di auto elettriche per grandi case automobilistiche (come Stellantis, Bmw, Porsche e Volvo). Tra i committenti c’è anche Unipol, per cui realizza le “scatole nere” per le assicurazioni.
A causa della crisi del settore automotive avrebbe maturato 235 milioni di debiti. Nel dicembre scorso aveva chiesto al Tribunale fallimentare di Reggio Emilia la “composizione negoziale della crisi”, ma la domanda era stata respinta. Nel tavolo del 15 febbraio scorso erano emerse due proposte per rilevare l’azienda (con quella del fondo Certina in netto vantaggio); inoltre, sia Bmw sia Volvo avevano confermato di voler proseguire i contratti attualmente in vigore.
“Volvo avrebbe dato una disponibilità a proseguire lo sviluppo di un nuovo prodotto, garantendone la produzione nel nostro Paese da aprile 2026”, spiegava la Cgil Reggio Emilia alla fine dell’incontro: “Bmv avrebbe accettato di modificare l’attuale piano, che prevedeva tutta la produzione di Meta System per il loro prodotto in Slovacchia, ricollocando una linea di completamento finale in Italia”.
Fiom Cgil, Uilm Uil e Rsu rimarcano che da settimane “sollecitano l’azienda a rendere conto dell’impegno preso il 15 febbraio al ministero delle Imprese, dove è stata affermata una disponibilità di Meta System e di Bmw a firmare un accordo con il sindacato, con l’impegno di un investimento produttivo sul territorio reggiano per garantire certezze occupazionali alle operaie e agli operai oggi ancora in cassa integrazione”.
Gli impegni assunti al ministero delle Imprese dal gruppo dirigente della Meta System si sono trasformati in una lettera di intenti di Bmw nei confronti dell’azienda, un documento che i sindacati reputano “privo di valore legale e quindi del tutto insufficiente”.
Nel frattempo è diventato ufficiale l’interessamento del fondo tedesco Certina per una possibile acquisizione del gruppo, con il fondo impegnato nella scrittura di una due diligence per valutare possibilità e condizioni dell’acquisto. “Ancora non abbiamo avuto modo di incontrare Certina – affermano Fiom e Uilm – e questo è fondamentale per il futuro aziendale”.
Occorre anche ricordare che l’individuazione del nuovo investitore è comunque collegata alla procedura di concordato preventivo concesso dal Tribunale di Bologna. La scadenza messa dai commissari giudiziali per la presentazione del piano industriale è il 17 aprile, mentre per il 2 aprile è già in calendario un prossimo incontro al ministero.
Sindacati: “Lavoratori non hanno più nulla da perdere”
Tornando allo stop a oltranza, maestranze e sindacati dichiarano che “lo sciopero proseguirà fino a quando non si avranno certezze sull’installazione della seconda linea di assemblaggio a Reggio Emilia per il prodotto Gen6 di Bmw, finché non si aprirà un confronto col fondo Certina e finché non si avrà una nuova convocazione al Mimit”.
Fiom, Uilm e Rsu ricordano che “il 28 febbraio gli advisor si erano impegnati, nei confronti sia del sindacato sia dei commissari, a redigere un piano industriale minimo che prevedesse al suo interno gli accordi commerciali con i principali clienti (Bmw, Porsche, Volvo, Unipol) e gli impegni industriali sul territorio italiano a essi collegati”.
Ma questi impegni, concludono i sindacati, sono ancora tutti “solo a parole. E senza impegni che garantiscano il futuro occupazionale attraverso investimenti concreti non c’è un motivo reale per cui i lavoratori debbano tornare al lavoro: la maggioranza degli operai e degli impiegati ritiene infatti ormai di non avere più nulla da perdere”.