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Per l’industria cartaria il 2023 si annuncia complicato: ordini in calo, pochi investimenti. Ed ecco subito arrivare le richieste di esuberi. La prima del settore a farlo è la Körber di Mugnano (Lucca), che nell’incontro con i sindacati di martedì 10 gennaio ha messo sul tavolo 80 licenziamenti (su 460 dipendenti).
“Avevamo chiaro da tempo che sarebbe stato un anno difficile, ma non immaginavamo un annuncio così drastico”, commenta il segretario generale Fiom Cgil Toscana Massimo Braccini: “Non può esserci l’equazione che, a fronte della riduzione delle commesse e dell’aumento dei costi, si vada verso una riduzione del personale. Vi sono tutti gli strumenti ordinari per affrontare i periodi di flessione, come la cassa integrazione o i contratti di solidarietà”.
Lo stabilimento toscano, anche noto come “ex Fabio Perini”, ospita la sede centrale italiana della multinazionale tedesca e gli impianti di produzione e progettazione di macchinari per la trasformazione di rotoli igienici, asciugatutto e prodotti piegati (il cosiddetto “tissue”).
La situazione a Lucca
I grandi produttori europei e mondiali di carta stanno rimandando gli investimenti sulle linee produttive, di conseguenza gli ordini per i fabbricanti di macchinari (come appunto la Körber) sono in calo. Da qui la richiesta degli esuberi, che rappresentano oltre il 18% del personale dello stabilimento.
“All’interno dell’azienda – riprende Braccini – operavano peraltro molti lavoratori di ditte in appalto, che con il calo produttivo hanno già fatto ricorso ad ammortizzatori sociali. Il sistema lavorativo va esaminato attentamente nella sua complessità”.
Il segretario regionale Fiom sottolinea che la Körber “non ha presentato un piano di prospettiva, né ha detto come pensa di produrre in futuro”. Dall’altro lato la multinazionale non ha aperto la procedura formale per gli esuberi: c’è quindi spazio, in vista del prossimo incontro del 24 gennaio, per un negoziato.
“La Körber tolga gli esuberi dal tavolo, avvii una trattativa vera e presenti un piano industriale”, conclude Braccini: “Abbiamo subito convocato l’assemblea dei lavoratori ed è stato proclamato lo stato di agitazione. Ci batteremo per garantire la salvaguardia occupazionale, le professionalità, gli investimenti e la continuità produttiva a Lucca”.