Gli esuberi sono 216 (su 832 addetti complessivi), praticamente un lavoratore su quattro. Questo l’annuncio della Breton di Castello di Godego e di Vedelago (entrambi gli stabilimenti in provincia di Treviso), storica azienda d’eccellenza (nata 61 anni fa) nel campo della progettazione e produzione di macchine per pietra naturale, lavorazione dei metalli e stampa 3D di grandi dimensioni.

Una crisi che per ora si affronterà con la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, come concordato con la Fiom Cgil territoriale (e come depositato alla Direzione Lavoro della Regione Veneto), nell’attesa della ripresa (ma le proiezioni di medio-lungo termine prevedono una fase di stagnazione) del mercato di riferimento.

L’ammortizzatore sociale durerà un anno, a partire dal 15 luglio, con riduzioni oraria decise settimanalmente. Previsto anche piano di esodi volontari, modulati per periodo (entro il 30 novembre 2024, entro il 28 febbraio 2025, entro il 30 aprile 2025), età, anzianità aziendale e avvicinamento alla pensione, con un incentivo che varia da una fino a 15 mensilità.

Le motivazioni dell’azienda

A primo posto, si legge nella lettera inviata alla Regione Veneto per la cigs, c’è “l'attuale e contingente contesto macroeconomico, che ha generato un complessivo rallentamento nell’attribuzione di commesse e di slittamento di ordini”. Motivazioni che non permettono più alla Breton di “saturare la capacità produttiva e di mantenere volumi di fatturato e portafoglio ordini proporzionali ai costi fissi e alla manodopera occupata”.

L’azienda comunica che il fatturato è sceso dai 280 milioni del 2019 ai 219 dello scorso anno, con la previsione di chiudere il 2024 a quota 175. Tra le altre motivazioni, la società cita la “pesante perdita di redditività, l’accumulo di ingenti perdite a bilancio nell'ultimo triennio”, nonché la “progressiva erosione del portafoglio ordini, in contrazione indicativamente del 50 per cento nel primo semestre 2024 rispetto al primo semestre 2023”.

Il commento della Fiom Cgil

“L'annuncio dei tagli non è stato un fulmine a ciel sereno”, spiega la Fiom Cgil Treviso, in considerazione del fatto che la cassa integrazione ordinaria era iniziata già a gennaio: “Siamo in un'azienda che ha sempre spinto molto sulla formazione, che dunque ha plasmato al proprio interno personale estremamente competente”.

I metalmeccanici Cgil rilevano di aver trovato “nelle assemblee con i lavoratori non sconcerto per la dimensione degli esuberi, ma un'ansia per il domani. Noi dobbiamo accompagnare chi va, nello stesso tempo preservare chi resta, mettendo la Breton nelle condizioni di ritornare a crescere”.

L'accordo per la gestione degli esuberi “connesso all'ammortizzatore sociale che abbiamo presentato all'assemblea dei lavoratori, contempla inoltre la predisposizione di un progetto di ricollocazione, formazione e riqualificazione supportato anche da enti pubblici”.

La Fiom, in conclusione, evidenzia che “le difficoltà di un'impresa così grande mettono a rischio la crescita economica dell'intera area. Dunque vigileremo con attenzione, all'interno di un ampio confronto con tutte le istituzioni territoriali, che la ricollocazione dei lavoratori avvenga e che il consolidamento dell’azienda abbia i risultati sperati”.