"Io vorrei un lavoro che quando torni a casa la sera non sei incazzata, stanca, distrutta. Che hai ancora qualcosa da dare a chi ti aspetta". "Io ho dovuto rinunciare al lavoro che era la mia passione, dopo anni di studio e di formazione, perché non arrivavo prendere mille euro al mese". "Quando ci hanno proposto di cambiare il contratto noi ci siamo fidate, poi ci siamo ritrovate senza 14esima, con straordinari e turni notturni abbassati. Più lavoro e meno soldi".
Sono tre storie (testimonianze anonime, perché le lavoratrici hanno timore a esporsi) che raccontano cosa c'è troppo spesso "sotto" al turismo. Un settore fondamentale dell'economia italiana che vorrebbe, almeno a parole, puntare sulla qualità per attrarre sempre più clienti, ma che in realtà produce enormi quantità di precariato, sfruttamento e lavoro povero.
Il video è stato presentato oggi, mercoledì 27 settembre, in occasione della giornata mondiale del turismo a Spello, nell'ambito dell'iniziativa della Filcams Cgil di Perugia, "Umbria, terra di Santi e precari", conclusa dalla segretaria nazionale Filcams Cgil, Monja Caiolo.