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In casa Cgil, è tempo di bilanci. Sono passati quattro anni, infatti, da quando è nato il coordinamento nazionale della formazione, che risponde al progetto lanciato della conferenza d'organizzazione 2015. Questo è stato l'argomento della puntata dell'8 aprile di 'Quadrato rosso. La formazione va in rete', la rubrica di RadioArticolo1.
"Il bilancio è più che positivo – afferma Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale –. Abbiamo tenuto e programmato innumerevoli corsi di formazione in giro per l'italia, inaugurando filoni importanti, come il corso per formatori, con le sperimentazioni in Toscana e Calabria, oltre a corsi per segretari delle Camere del lavoro, per delegati, funzionari, dirigenti, coinvolgendo decine di migliaia di persone. Davvero molti più del previsto. Si è creata una rete a livello nazionale, che negli anni si è ulteriormente sviluppata. Certo, se vogliamo garantire il diritto-dovere alla formazione a tutti, allora bisogna fare uno sforzo in più. Il nostro intento è quello di estendere la base sociale della confederazione, tanto che è sorto un organismo dirigente - le assemblee nazionali - che prima non c’erano, composte al 51% da delegati sui luoghi di lavoro, e fra l'altro spetta a loro eleggere i segretari generali. E anche la formazione dedicata ai delegati risponde al dettato della conferenza d’organizzazione. Obiettivo, allargare la partecipazione".
Mafalda Ferletti è la responsabile nazionale della formazione Fp Cgil e fa parte del coordinamento nazionale formazione. "Da sempre, facciamo tanta formazione e ci spendiamo parecchio in tal senso. Abbiamo tenuto corsi per delegati e delegate ancora prima delle elezioni Rsu. La formazione per candidati e candidate Rsu è un appuntamento fisso per noi, visto che tali cariche vengono rinnovate ogni tre anni. Negli ultimi tempi abbiamo avuto difficoltà a trovare persone che vogliono mettersi in lista per le Rsu, essendo bloccato da anni il turn over. È un momento delicato, con i contratti rinnovati e anche innovativi sotto il profilo delle relazioni, e quindi dobbiamo aiutare i nostri Rsu a svolgere al meglio il loro ruolo sindacale. Organizziamo corsi di formazione ad hoc, spiegando loro l’Abc del sindacalista, sia dal lato tecnico che da quello umano".
Luana Rocchi è la titolare della formazione della Cdlm di Bologna: “Al coordinamento nazionale formazione sono arrivata da pochi giorni, però nelle categorie dove ho lavorato la materia la conosco bene. Siamo di fronte a un avvincendamento generazionale. In tanti sono andati in pensione e ora stiamo lavorando con compagni più giovani, che mandiamo a turno a fare formazione. Il nostro progetto è ambizioso e punta a stabilizzare un gruppo di sei-sette persone, che aiuti la contrattazione sociale e territoriale in rapporto con la contrattazione e il welfare aziendale. Dobbiamo dare più tutele alle persone con un lavoro organico".
"Sulla formazione dei delegati, stiamo gestendo una dozzina di progetti in contemporanea nelle varie regioni, più il tema della sicurezza sul lavoro. Interveniamo a seconda delle richieste che ci fanno i territori, vogliamo anche noi ampliare la nostra rete di formatori e quindi programmeremo un altro corso specifico. Un altro corso sarà dedicato alla formazione professionale continua per i delegati che stanno in sanità, pubblica e privata - detta Ecm -. Poi si terranno corsi di preparazione per i nuovi concorsi della pubblica amministrazione, a partire da quelli per medici e infermieri. È un impegno massiccio, perchè parliamo di ore e ore di formazione. La ministra Bongiorno ha promesso che sbloccherà il turn over. Vorrenmo poter dare agli aspiranti dipendenti del pubblico impiego anche un supporto tecnico sul come approcciarsi ai concorsi stessi", continua Ferletti.
"La Cgil e le sue categorie pensano a formare sindacalisti, ma si occupano anche di formare lavoratori nella propria formazione esterna, con i corsi per medici, ad esempio, ma anche la formazione per i concorsi della Pa. È una caratteristica importante del pubblico impiego, perchè risponde a un obbligo diffuso, visto che poi questi aspiranti lavoratori vengono lasciati soli", aggiunge Pelucchi.
"Abbiamo concluso un progetto formativo iniziato l’anno scorso, che ha visto la partecipazione di tutte le categorie su temi come le azioni positive e le strategie sindacali. Ne faremo altri, via via che le Rsu avranno nuovi delegati. Strutturemo un percorso i nuovi delegati Rsu e Rls e funzionari di prima nomina per accompagnarli al meglio nelle loro attività. Altri corsi, uno sul bilancio dei comuni e delle partecipate, sarà riservato ai compagni che fanno contrattazione territoriale. Si tratta di progetto complicato", rileva Rocchi.
Simona Marchi, della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, parla della formazione di genere, partita un anno fa in via sperimentale. "È stata un'attività formativa molto impegnativa, destinata ai soli uomini. Questo ha costituito un momento di riflessione assai importante all’interno della nostra organizzazione. La contrattazione di genere ha aperto una grossa discussione al nostro interno. Ora sono partiti corsi specifici riservati alle donne delegate e sindacaliste. L’importante è che accanto a percorsi di formazione per uomini e donne, sia associato un percorso di cambiamento organizzativo e delle politiche dei quadri. Il tema che afforntiamo è molto ampio, con laboratori di sperimentazione, corsi di formazione, attività di formazione, ripartita su tre livelli. Contrattazione di genere, uso del linguaggio, come andare oltre gli stereotipi, poi l'altro tema oscuro, quello sulla violenza e la discriminazione sulle donne, che richiede una discussione e un impegno maggori. Lo affrontiamo a tutto campo, accompagnato da un forte impegno organizzativo".
"Il tema centrale è la contrattazione inclusiva e il proselitismo, con l'allargamento a persone e generazioni che si affacciano a fatica al sindacato. Il nostro prossimo appuntamento è dal 24 al 26 giugno a Bologna, presso lo spazio Fico, in occasione della festa sulla formazione Cgil. Quello a cui puntiamo è una formazione utile alla sperimentazione e al cambiamento organizzazitivo, ma anche ai fini formativi e a percorsi di contrattazione inclusiva”, conclude Pelucchi.