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Agricoltura resiliente, la forza della contrattazione per riconquistare diritti, lavoro, salario e dignità in agricoltura. È il titolo dell’iniziativa organizzata oggi, 4 luglio 2019, dalla Flai Cgil Taranto a Grottaglie, in occasione della festa del tesseramento 2019. Un momento di riflessione dedicato ai temi dell’agricoltura e del lavoro.
I tre arresti e la sospensione dall’attività imprenditoriale, bilancio dell’operazione anticaporalato compiuta dai carabinieri in provincia di Taranto per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, sono, ha detto in apertura dei lavori Paolo Peluso, segretario generale Cgil Taranto, “la testimonianza di un impegno forte per sconfiggere un fenomeno purtroppo radicato. È ormai sistematico, e questi ultimi arresti in ordine temporale lo dimostrano, che i caporali impieghino numerosi lavoratori, in questo caso nella raccolta delle angurie, violando la normativa contrattuale, di salute e sicurezza sul lavoro. Le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro encomiabile a fianco del sindacato, sempre in prima linea contro lo sfruttamento in agricoltura. Ma non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna appunto essere resilienti, cioè in grado di adeguarci ai cambiamenti diventandone parte attiva e propositiva”.
“La resilienza è quella che ci vede protagonisti di questa iniziativa perché dimostriamo – ha affermato Lucia La Penna, segretario generale Flai Cgil Taranto –, di avere a cuore la nostra terra, il nostro territorio, la nostra dignità. Non siamo disposti a scendere a compromessi, ma rivendichiamo quotidianamente il diritto al lavoro tutelato, remunerato, stabile in agricoltura, settore che rappresenta il presente ma anche e soprattutto vogliamo che rappresenti il nostro futuro”.
Dura la testimonianza di Francesca Magazzino, bracciante agricola, 34 anni, che ha esposto tutti i problemi del lavoro in campagna, faticoso e poco remunerato, invitando le sue compagne di lavoro ad avere coraggio cominciando con l’iscriversi al sindacato.
Il progetto della Flai di Taranto mira al riconoscimento dei diritti degli agricoltori e diventa lo strumento principe per tutelare un lavoro che ha difficoltà anche nel riconoscimento delle malattie professionali. Partendo da questa premessa gli avvocati Stefania Pollicoro e Claudio Petrone hanno spiegato anche tecnicamente in cosa consiste l’impegno giuridico nell’applicazione della legge 199 contro il caporalato in agricoltura nella provincia jonica.
Carmine Palma, direttore Confagricoltura Taranto, ha parlato di prospettiva intesa come direzione giusta da dare al futuro di questo settore. La proposta è stata quella di mettere insieme al sindacato in campo uno strumento già esistente, “agri job”, che faciliterebbe l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. “In una fase come questa - ha ribadito Palma - bisogna costruire forme avanzate di adattamento, resilienti appunto, per consentire agli imprenditori e ai lavoratori di poter restare protagonisti attivi della realtà produttiva”.
È stata poi la volta della testimonianza di Lucia Pantaleo, delegato sociale, figura nata con l’obiettivo di ascoltare le problematiche del lavoratore, per aiutarlo a trovare soluzioni concrete, recuperando così il senso di condivisione e appartenenza, valori cardine della Cgil. Cosimo Borraccino, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, ha ribadito che il diritto al lavoro è prioritario anche rispetto alle ispezioni. Citando Giuseppe Di Vittorio, ha ribadito quanto la Cgil sia in prima linea da sempre nel contrastare un fenomeno, quello del caporalato, che muta nel corso del tempo. La battaglia culturale va fatta in tutto il sistema: industriale, turistico, della formazione, affinché si possa tendere al meglio ovunque. In agricoltura se oggi il prezzo dell'uva da vino primitivo è aumentato lo si deve a una battaglia che Regione Puglia, istituzioni e sindacato hanno messo in campo e che ha portato a un arricchimento delle imprese, ma anche dei lavoratori creando un’alleanza tra entrambe le parti.
Nelle conclusioni, Giovanni Mininni, segretario nazionale Flai Cgil, ha ribadito l’importanza di aver creato una squadra per andare avanti ed essere più forti, rendendo protagonisti i lavoratori e le lavoratrici che si sentono a casa all’interno della categoria. “Dobbiamo avere la capacità di ricomporre l’unità tra i lavoratori, siano essi italiani o stranieri – ha detto –. Non possiamo più tollerare l’esistenza di una diffusa illegalità. La Flai di Taranto ha dimostrato quanto sia importante confrontarsi con le aziende parlando con i lavoratori e intercettandone i problemi. Le aziende che applicano i contratti e le regole e competono nel mercato hanno il sindacato dalla loro parte, che le aiuta in caso di necessità. Per questo – ha concluso – occorre proseguire con sempre maggiore forza la battaglia per l’applicazione della legge 199, strumento necessario per porre fine alla piaga del caporalato”.