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Sciopero in vista a dicembre anche per le lavoratrici e i lavoratori dell’industria turistica in attesa del rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2018, oltre 200mila addetti alle dipendenze delle grandi catene alberghiere e dei tour operator. Ad annunciare la mobilitazione - con la proclamazione dello stato di agitazione, lo stop a qualsiasi forma di flessibilità e una manifestazione da programmare nelle prossime settimane - i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Nei luoghi di lavoro verranno indette da subito le assemblee sindacali retribuite, per aggiornare le lavoratrici ed i lavoratori sugli esiti del confronto negoziale e sulle posizioni inaccettabili assunte dalle associazioni imprenditoriali di categoria Aica e Federturismo-Confindustria che impediscono, allo stato attuale, il raggiungimento di un accordo di rinnovo dignitoso per chi lavora nel settore.
“A distanza di oltre quattro anni dalla scadenza del contratto del turismo sottoscritto da Aica-Federturismo Confindustria - recita il comunicato sindacale unitario - le stesse associazioni datoriali firmatarie del contratto si rifiutano di arrivare ad una discussione compiuta sul salario finalizzata al rinnovo del contratto”.
“Il senso di responsabilità assunto dalle lavoratrici e dai lavoratori durante tutto il periodo estivo, caratterizzato da un lato da forti picchi di lavoro, dall’altro dal tentativo di addivenire ad una risoluzione delle trattative - si sottolinea nel documento - è stato deluso anche in occasione dell’ultimo incontro tenutosi il 30 ottobre 2023”.
“Le rivendicazioni salariali, finalizzate al riconoscimento degli incrementi contrattuali in linea con l’inflazione misurata con l’indice Ipca, sono state completamente disattese” è l’affondo dei sindacati che stigmatizzano anche il mancato rispetto di quanto convenuto con gli accordi interconfederali siglati nel 2019, che hanno previsto “un legame funzionale fra i trattamenti economici delle lavoratrici e dei lavoratori e l’indice Ipca”.
“Le trattative intercorse nei mesi scorsi – prosegue il comunicato sindacale - hanno riguardato prevalentemente aspetti normativi, sui quali permangono allo stato attuale alcune incertezze; tuttavia le organizzazioni sindacali ritengono che questo fatto non possa pregiudicare l’esito della negoziazione riguardante gli aspetti economici, sapendo che nel 2022, così come nel corso del 2023, l’inflazione ha fortemente eroso il potere di acquisto di chi lavora nel settore”.