La crisi non risparmia nessuno. Anche il settore degli elettrodomestici sta attraversando una fase di grandi difficoltà. Giovedì 17 ottobre la multinazionale svedese Electrolux ha siglato a Mestre (Venezia) un accordo quadro sull’utilizzo dei contratti di solidarietà, allo scopo di fronteggiare il notevole decremento del mercato.

La società, infatti, ha motivato la decisione con il persistere di “una domanda commerciale che continua a subire cali e che nel medio termine permane ai minimi storici, senza a oggi previsioni di alcuna ripresa significativa”. Una bassa propensione all’acquisto determinata “da fattori quali il contesto socio-politico, gli andamenti inflattivi, il settore dell’edilizia rallentato”.

I lavoratori coinvolti

La misura, che dovrebbe scattare tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, durerà indicativamente da nove a 12 mesi, riguardando 2.127 addetti (su 4.502 totali). Il contratto di solidarietà allontana, almeno per ora, ogni procedura di licenziamento collettivo: va ricordato, infatti, che nel periodo febbraio-marzo di quest’anno Electrolux aveva siglato un’intesa con i sindacati su oltre 300 esuberi volontari, quota però che non è stata raggiunta.

L’ammortizzare sociale riguarderà i lavoratori degli stabilimenti di Solaro (Milano), dove si producono lavastoviglie; Porcia (Pordenone), dove si fabbricano lavatrici; Forlì, attivo nella produzione di forni e piani cottura; Cerreto d’Esi (Ancona), specializzato nelle cappe d’aspirazione. Al momento la misura non coinvolge l’impianto di Susegana (Treviso), dove si producono frigoriferi.

La posizione dei sindacati

“L’accordo serve a garantire la tenuta occupazionale negli stabilimenti del gruppo e a traguardare un’auspicata ripresa di mercato, che sta toccando uno dei punti più bassi degli ultimi venti anni”, spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uil Uil nazionali: “L’accordo quadro prevede norme più cogenti del passato sulla rotazione del personale, oltre che quote massime di scarico di ore individuali al 65 per cento, con una media di stabilimento del 60”.

Riguardo il tema delicato della gestione dei moduli orari e dei possibili cambi degli stessi, management e sindacati hanno concordato di “confrontarsi a livello locale con l’obiettivo di coniugare il più possibile le esigenze dei lavoratori con l’organizzazione aziendale”.

Fiom, Fim e Uilm esprimono “soddisfazione per il contenuto dell’intesa che scongiura il rischio di esuberi e che prevede un confronto costante in sede aziendale fra direzione e delegati sindacali”, ma rimarcano “la necessità di affrontare le questioni di fondo che colpiscono il comparto degli elettrodomestici”. A questo scopo, rinnovano “la richiesta al governo di insediare un tavolo di settore che affronti i nodi della competitività aziendale e della tutela dei lavoratori”.