È una strage permanente, quotidiana, diffusa, di operai uccisi dal lavoro, non solo sul lavoro. In un solo giorno sono morti Sanderson Mendoza, rimasto ustionato in un’acciaieria di Terni qualche giorno prima (Thyssen Krupp docet). A Salerno un operaio è morto nel ribaltamento di un mezzo meccanico che stava guidando nel suo terreno.

Ma è strage soprattutto in Sicilia: a Monreale Antonio Alongi è precipitato dal tetto mentre smantellava le lamiere di un'abitazione privata. All'ospedale di Caltanissetta è morto Salvatore Mezzatesta, che domenica era caduto dal tetto a Santa Caterina Villarmosa. Un operaio di una ditta appaltatrice è stato trovato morto nei bagni di una raffineria di Augusta. Stipati dentro un furgone, massacrati alla fine di una giornata iniziata prima dell’alba per spaccarsi la schiena per pochi euro a raccogliere le arance a Francofonte, sono morti Salvatore Lanza, Salvatore Pellegriti e Rosario Lucchese, e altri sette braccianti feriti di cui quattro in gravissime condizioni. Tutto subito liquidato come “un incidente stradale”. Le fredde statistiche metteranno questi tre morti tra quelli in itinere.

Mentre qualcuno si vanta che i morti in itinere sono “in lieve calo” riempiamo gli obitori di operai, uccidiamo ragazzi come Rosario, che a 18 anni, all’alba è partito da Adrano, per riportare pochi euro a casa, dove non tornerà più. Ma Rosario e gli altri operai sono stati uccisi e feriti nello sfruttamento lavorativo, in cantieri senza regole, in lavori in appalto, nel lavoro nero, nell’illegalità del lavoro.

In Sicilia, secondo l’Istat, la percentuale dell’economia sommersa è più alta che altrove; il lavoro nero in agricoltura è al 17,4%, percentuale tra le più alte d’Italia, mentre nei servizi alla persona si arriva al 39,3%. Il tasso di irregolarità in Sicilia supera quello nazionale nel commercio, nei trasporti e nella ristorazione, con una media del 14,5%, superiore alla media italiana. Ciò nella regione che per l’autonomia speciale ha contemporaneamente alle dipendenze di due diversi assessorati gli ispettori Asl e gli ispettori del lavoro, ridotti a poche decine, a una tale carenza di organico da rasentare l’immobilismo, senza alcun coordinamento. Sarà un caso?

Il 10 maggio 2023 il Presidente Schifani aveva scritto una lettera a Repubblica: “Voglio rassicurare i lettori, che prendo personalmente in carico il problema, causato certamente dalla carenza di personale negli organici della Regione Siciliana, ma anche da alcune ingiustificate e ingiustificabili inefficienze burocratiche delle strutture amministrative”. Si è visto…

Ieri promesse, oggi frasi di cordoglio, domani ancora strage permanente.

Bruno Giordano, magistrato di Cassazione già direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro