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Con due distinte sentenze, la prima dell’11 marzo e la seconda del 14 marzo, il Comune di Pontida è stato condannato da due diversi giudici del Tribunale di Bergamo per comportamento antisindacale. “Un vero record” hanno commentato Gian Marco Brumana della Fp Cgil e Natalino Cosentino per Cisl Fp di Bergamo. “Le sentenze si sono concentrate nell’arco di tre giorni, rivelando le enormi difficoltà con cui procedono le relazioni sindacali con l’attuale amministrazione di quel comune”.
A seguito del ricorso presentato da Fp Cgil e Cisl Fp di Bergamo per quelle che i sindacati avevano definito “assenza di correttezza e buona fede” manifestate durante la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo decentrato integrativo del 2017, il Tribunale di Bergamo, in funzione di Giudice del Lavoro Raffaele Lapenta, ha accolto “parzialmente il ricorso” dei sindacati e ha dichiarato “antisindacale la condotta del Comune di Pontida che ha impedito la partecipazione delle ricorrenti alle negoziazioni in vista della CCDI 2016/2017”. Il Tribunale “ordina, pertanto, all’Amministrazione resistente di cessare il comportamento illegittimo e rimuoverne gli effetti mediante la riapertura delle trattative relative alla CCDI 2016 e 2017 come in parte motiva; dispone la trasmissione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo degli atti di causa per valutare l’eventuale integrazione degli estremi del reato di cui all’art. 650 c.p. da parte del Comune di Pontida per l’inosservanza del decreto ex art. 28 Stat. Lav. del 05.04.2018 (proc. n. 2058/2017).”
Arriviamo, ora, alla seconda sentenza: nel ricorso per opposizione presentato dallo stesso Comune contro il decreto del 5 aprile 2018 con il quale il Tribunale di Bergamo, a seguito del ricorso presentato dai sindacati, aveva dichiarato l’antisindacalità della condotta tenuta nelle trattative svoltesi nell’ambito della procedura di contrattazione decentrata integrativa per l’anno 2016, il Giudice Monica Bertoncini ha ritenuto non fondata l’opposizione e ha respinto l’opposizione del Comune contro il decreto emesso dal Tribunale di Bergamo in data 4 aprile 2018.
“Ora, a seguito di tre pronunce tutte sfavorevoli nei confronti del Comune di Pontida, ci aspettiamo finalmente un mutamento di atteggiamento più consono al sistema di relazioni sindacali delineato dalla legge e dai Contratti collettivi nazionali di lavoro da parte dell’Amministrazione” hanno proseguito Brumana e Cosentino. “Corre l’obbligo di sottolineare che, nonostante il ricorso con affidamento diretto del patrocinio a un prestigioso studio di avvocati specializzato in materia di lavoro, anche sul fronte del licenziamento di una dipendente le condanne con obbligo di reintegra paiono susseguirsi (proprio venerdì 16 marzo, in appello, il Comune è stato condannato nuovamente alla reintegra della dipendente nel posto di lavoro e a pagare 6.600 euro di spese legali). C’è da chiedersi a questo punto se qualcuno non debba essere chiamato a rispondere per gli eventuali danni procurati alle casse del Comune viste le decine di miglia di euro spesi in onorari e spese processuali, senza considerare l’obbligo di rifondere alla dipendente illegittimamente licenziata retribuzioni e interessi legali. C’è da chiedersi, dunque, fino a quando i cittadini del Comune di Pontida saranno chiamati a pagare per le scelte irragionevoli dei propri amministratori”.