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Il 2021 è appena iniziato, ma già si parla di esuberi e cassa integrazione. Questa volta è il turno dello storico calzaturificio Iris Sud di Casarano (Lecce), che dal 1994 produce scarpe di lusso. Nel 2015 l’azienda, fondata dall’imprenditore piemontese Giuseppe Baiardo, era stata acquistata dalla holding giapponese Onward Kashiwaya (mediante la controllata Onward luxory group), che nel dicembre scorso l’ha venduta a propria volta alla società d’investimento italiana Nemo (che ha acquisito l’intera controllata), creata dallo stesso management che fino a oggi ha gestito e guidato il gruppo.
Un passaggio, però, che potrebbe avere gravi conseguenze per gli 80 dipendenti. Se, da un lato, la nuova proprietà aveva espresso la volontà di non chiudere lo stabilimento pugliese e mantenerne l’organico, dall’altro già a metà dicembre alcune dichiarazioni pubbliche dei vertici aziendali facevano ipotizzare una possibile riduzione del personale. Venerdì 8 gennaio è arrivata la conferma: in un incontro con i sindacati l’Iris Sud ha dichiarato la volontà di procedere al licenziamento di 30 dipendenti, con la chiusura del “reparto taglio” del calzaturificio.
“Abbiamo incontrato i vertici dell’azienda. Ci hanno parlato di esuberi, di ‘armonizzazione’. Noi abbiamo cercato di capire se la nuova gestione ha un piano industriale per il rilancio dell’azienda. Se c’è qualcosa di concreto, possiamo ragionare e discuterne insieme”, spiega Franco Giancane, segretario generale della Filctem Cgil di Lecce: “Noi capiamo le difficoltà dell’azienda, ma non possono chiederci di trovare un accordo entro il 31 marzo, quando scadrà il blocco dei licenziamenti, senza offrirci una prospettiva per il futuro”.
Nel vertice della settimana scorsa la dirigenza ha ribadito l’intenzione di non chiudere il polo di Casarano, annunciando entro la fine di gennaio la presentazione di un nuovo piano industriale, necessario a risanare le gravi perdite causate dalla pandemia (-35% del fatturato nel 2020). Appare però evidente come questi posti di lavoro siano per il momento salvi solo grazie alla proroga del blocco dei licenziamenti e alla cassa integrazione Covid-19. “Servono trasparenza e senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori, già provati dalla crisi economica”, conclude Giancane: “Ma deve essere chiaro che senza un piano industriale, e senza l’indicazione degli investimenti necessari per il rilancio, non firmeremo alcun accordo”.