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“La riorganizzazione di Cnh Industrial procede secondo gli accordi del 10 marzo. I volumi produttivi sono in ripresa rispetto allo scorso anno, tuttavia sul futuro gravano le incognite delle vicende societarie”. A dirlo sono i sindacati al termine dell’incontro di mercoledì 20 gennaio tra le parti sociali, il ministero dello Sviluppo economico e il gruppo. “Chiediamo al governo – aggiungono – di seguire non solo l’esecuzione del piano industriale, ma anche le prospettive proprietarie e azionarie del gruppo, a cominciare dalle trattative in corso con la cinese Faw per Iveco”.
Rimane ancora aperta, infatti, la questione della trattativa per la cessione di camion e autobus Iveco al colosso cinese Faw Jiefang. A tal proposito, i sindacati chiedono chiarimenti sui contatti tra le due case automobilistiche e maggiori garanzie per il futuro. “L’azienda ci ha confermato che una trattativa preliminare è in corso da tempo – precisa Simone Marinelli, coordinatore Fca, Cnhi e Marelli per Fiom Cgil –, ma rispetto a due settimane fa non ci sono aggiornamenti. In questa fase servirebbe il ruolo politico del governo: occorre interessarsi fattivamente alle trattative e valutare la cessione. L’azienda ha un ruolo strategico, c’è bisogno dell’impegno di tutti per tutelare l’ambito industriale e occupazionale, nonché il processo di elettrificazione della produzione”.
Il gruppo industriale Cnh Industrial, che tra le oltre cose progetta e produce macchine per l’agricoltura, veicoli industriali e commerciali, autobus e mezzi speciali, è operativo dal 2013, in seguito alla fusione di Cnh Global e Fiat Industrial. Da marzo 2020 è in vigore un accordo quadro nazionale che si pone l’obiettivo di mantenere la capacità industriale, tutelare gli occupati e consolidare gli investimenti in Italia.
Nel corso del meeting, i dirigenti dell’azienda hanno illustrato ai sindacati il quadro complessivo di tutti gli stabilimenti, da Nord a Sud. “A Lecce – spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Ugl metalmeccanici e Associazione quadri e capi Fiat – si profila per il 2021 un significativo aumento dei volumi, pari a circa il 20% rispetto al 2019; a Foggia la riorganizzazione procede secondo gli accordi, per prepararsi al venir meno della commessa Sevel; a Jesi e a Modena nel 2021 non si prospetta alcun utilizzo di ammortizzatori sociali grazie a una buona ripartenza dopo la fase di lockdown e a una crescita dei volumi anche rispetto al 2019”.
Cnh Industrial ha inoltre chiarito la situazione degli altri stabilimenti italiani. Se nei due siti Fpt di Torino si procede secondo gli accordi relativi ai flussi di lavorazioni e si registrano volumi produttivi stabili rispetto al 2019, a Bolzano il polo Iveco Defence fa registrare un incremento dei volumi. “All’Astra di Piacenza – riprende la nota – si avranno i benefici dell’ultima gara aggiudicata con la Germania, mentre lo stabilimento di Suzzara (Mantova) si è ripreso con rapidità ed è tornato ai volumi del 2019”. A Brescia è stato invece siglato il contratto di solidarietà per 24 mesi e sono iniziati i primi interventi pattuiti per rafforzare la missione produttiva del sito, infine resta assolutamente strategico il ruolo del magazzino di Modena, tanto che la sua attività non si è interrotta nemmeno con il lockdown.
“Per quanto concerne Pregnana (Milano), colpita purtroppo dalla decisione di chiusura, è in fase di applicazione l’accordo sindacale di marzo 2020”, proseguono i sindacati: “Con quest’intesa stiamo scongiurando gli esuberi attraverso una serie di strumenti quali esodi incentivati volontari prioritariamente finalizzati alla pensione, l’offerta di trasferimento incentivata in altro stabilimento del gruppo, occasioni di reimpiego presso altri imprenditori del territorio, nonché la ricerca di un investitore che reindustrializzi il sito tutt’ora in atto in collaborazione con la Regione Lombardia”. I sindacati ritengono necessario l’impegno dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro sul processo di reindustrializzazione. Quest’operazione dovrebbe infatti garantire ammortizzatori sociali e supporto agli investimenti nei prossimi anni.
Diversa la situazione dello stabilimento di San Mauro (Torino), dove è in atto la riconversione in centro di logistica industriale, anche in questo caso secondo l’accordo del marzo 2020. Nel sito è in corso l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, mentre rimangono solo 19 eccedenze delle 110 inizialmente previste.
“Chiediamo al governo di continuare a seguire le vicende industriali e societarie di Cnh Industrial – concludono i sindacati – e sollecitiamo il ministro Patuanelli a interessarsi a esse e di partecipare al prossimo incontro, consapevoli dell’importanza di questo gruppo per l’Italia dal punto di vista sia occupazionale sia industriale. Più in generale, occorre un impegno concreto del governo per sostenere la transizione verso l’elettrificazione, tanto più che investimenti specifici sono attesi nelle fabbriche di Torino e Brescia”.