Stato di agitazione e otto ore di sciopero a luglio. È quanto hanno dichiarato Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil dopo l’incontro di mercoledì 24 giugno a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, con la direzione aziendale di Cnh Industrial, allo scopo di monitorare l'accordo quadro del 10 marzo scorso sul piano per i lavoratori degli stabilimenti italiani del gruppo.
“La situazione di Cnh Industrial è emblematica per il nostro sistema Paese”, dichiara Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive: “È da tempo che chiediamo al governo un piano di politica industriale per l'automotive, ma continuiamo a vivere di emergenze affrontate dall'unità di crisi del ministero e l'assenza di un tavolo concreto per il rilancio senza il quale l'Italia pagherà un prezzo in Europa in termini di industria. Abbiamo di fronte due strade: investire su innovazione e occupazione o accompagnare la crisi”.
I sindacati hanno dunque deciso lo stato di agitazione e lo sciopero a luglio per “realizzare e confermare quanto previsto dall’accordo per tutelare l’occupazione e gli investimenti per l’innovazione necessaria al futuro dei lavoratori di Cnh Industrial, a partire dall’Iveco di Brescia, Construction di Lecce e la Pwt di Foggia, visto che già i lavoratori di Pregnana e San Mauro sono in una situazione di ristrutturazione e reindustrializzazione”.
Michele De Palma, infine, evidenzia che è “indispensabile che il governo convochi un tavolo con i ministri competenti per garantire investimenti e occupazione e gli ammortizzatori sociali per affrontare il percorso. Il tempo è ora, la proprietà di Cnh Industrial confermi il piano e il governo garantisca gli strumenti necessari per il futuro occupazionale”.