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Nel trasporto aereo italiano i cieli permangono tempestosi per tutti e non accennano a diminuire timori e inquietudini fra i lavoratori del settore. Il malessere è legato soprattutto a due vicende: la situazione di Ita Airways e il contratto separato di Ryanair.
L'ex compagnia di bandiera è in via di privatizzazione, ma il Governo uscente non ha ancora deciso tempi e modi dell'operazione. "Bisogna agire al più presto - afferma Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil, responsabile del trasporto aereo - e trovare una soluzione rapida, perché va pianificata anche la stagione estiva del prossimo anno, che sarà decisiva per il futuro del comparto, come ci dimostrano i dati del traffico passeggeri e merci".
Secondo la federazione dei trasporti della Cgil, l'azienda deve confermare il piano industriale, l'incremento della flotta, le assunzioni e l'adeguamento salariale. "Abbiamo sottoscritto vari accordi nel merito, e nel caso non venissero rispettati, siamo pronti a mobilitarci. Non vi è alcun dubbio che per la crescita di Ita occorra una grande alleanza internazionale, perché nessuna compagnia aerea riesce a stare da sola sul mercato, e se il Governo ha già individuato la soluzione industriale più idonea è bene che tale procedura sia subito portata a compimento".
"Non sappiamo come finirà la vicenda, però, a nostro avviso, è dirimente che una quota societaria importante resti in mano pubblica, sotto l'egida del ministero delle Finanze - prosegue il sindacalista -, in grado di mantenere il controllo del trasporto aereo in Italia, perlomeno negli scali in cui opera l'ex compagnia di bandiera. Non dimentichiamoci che questo sarebbe un valore aggiunto anche per garantire la sicurezza alla mobilità dei passeggeri".
In gioco, per l'acquisizione di Ita, erano scese in campo due cordate: la prima vedeva allineate Lufthansa e Msc, e appare più strutturale dal lato industriale, per l'esperienza maturata negli anni dalle due società in tema di trasporto passeggeri e merci. La seconda offerta proveniva da Certaner Lp, un fondo americano d'investimenti finanziari, accompagnato da quote minoritarie di Air France, Klm e Delta, tre compagnie che già in passato avevano stretto alleanza con la vecchia Alitalia, ma senza risultati positivi.
Proprio ieri, 31 agosto, è giunta la notizia della scelta di questa seconda cordata da parte del ministero delle Finanze, ritenuta "maggiormente rispondente agli obiettivi fissati'" Per la cessione di Ita sarà quindi avviato un negoziato in esclusiva con il consorzio americano.
“Chiederemo un incontro al Governo e ai diretti interessati per comprendere il piano industriale della cordata su cui il Governo ha orientato la propria scelta - evidenzia la federazione dei trasporti della Cgil -. Non va perso altro tempo, occorre dare rapidamente implementazione al piano Ita, rifinanziando le casse della compagnia e sfruttando la rapida ripresa del traffico, facendosi trovare pronti per la stagione estiva del 2023. È positivo che il Governo, come da noi sostenuto, abbia deciso che lo Stato italiano debba mantenere una presenza come azionista di riferimento che sia garanzia occupazionale e dello sviluppo industriale del trasporto aereo italiano".
“Per quello che ci riguarda - evidenzia la Filt -, ci sono due temi fondamentali. La prima cosa che chiederemo ai nuovi acquirenti è che vengano rispettati e implementati il piano flotta e gli accordi relativi alle assunzioni, che prevedono il recupero dei lavoratori attualmente in cassa integrazione. Inoltre si apre oggi la seconda fase della parziale privatizzazione che chiude la fase di start up e quindi si pone, quanto mai con urgenza, anche rispetto al caro vita, il tema necessario dell’aumento delle retribuzioni che, ad oggi, non sono più adeguate per tutto il personale della compagnia”.
"Non abbiamo fatto il tifo per nessuna delle due cordate - precisa Cuscito -, in quanto non è compito del sindacato schierarsi in tal senso. Noi ci battiamo per i lavoratori della compagnia e chiediamo alla politica di pensare alla loro situazione, che vede molti, troppi, addetti ancora in cassa integrazione, più di cinquemila, oltre al vasto indotto, anch'esso in buona parte in amministrazione straordinaria, e alla connettività del Paese, levando questa vertenza dagli annunci della propaganda della campagna elettorale".
L'importante, sottolinea il sindacato, è riuscire a far decollare Ita e per farlo ci vogliono tanti soldi in investimenti - almeno tre miliardi -, a partire dall'implementazione della flotta, ferma attualmente per dimensioni e capacità al livello di una low cost. "Per il 2025 - ribadisce il responsabile del trasporto aereo della Filt -, dai 67 attuali dobbiamo salire minimo a 110 aeromobili, se si vuol acquisire quella dimensione internazionale da grande vettore intercontinentale".
Non meno grave è la situazione occupazionale: Ita vanta oggi circa tremila dipendenti in organico, che dovrebbero crescere, per il comparto volo, fino a 5.750 unità entro il 2025. A luglio, i sindacati hanno chiuso un accordo con l'azienda riguardante oltre duemila posti di lavoro per i servizi a terra, come handling e catering. Ed è in corso una trattativa per il terzo ramo aziendale, la manutenzione delle aeromobili, pari a ulteriori 1.250 addetti.
"Se verranno rispettati tutti gli accordi e i relativi piani industriali delle tre aziende - osserva il dirigente sindacale -, alla fine dovremmo superare i novemila occupati in totale, ma occorrerà lavorare per colmare la distanza con i 10.500 della vecchia Alitalia attraverso ammortizzatori sociali che accompagnino alla pensione i lavoratori più anziani".
Infine, il tema, altrettanto dolente, degli aumenti salariali dei dipendenti Ita Airways. Occorre lavorare rapidamente con l’azienda per velocizzare gli incrementi salariali già previsti dal Ccnl e arrivare a livelli ben più alti delle quote attuali, degne più di una start up più che di una compagnia aerea. "Senza tutti i passaggi elencati - conclude Cuscito -, non si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati: in pratica, non vi sarà alcun decollo industriale e Ita resterà per forza ferma a terra".