“Tecnicamente fallita”. Così viene definita la Borromini di Colognola ai Colli (Verona) dai fondi portoghesi Tangor e Teak, proprietari dal 2023 della storica impresa specializzata nella costruzione di stampi per vetro e plastica, fornitrice esclusiva delle Vetrerie Riunite di Verona. Secondo il management aziendale la Borromini avrebbe un bilancio in perdita di tre milioni di euro, a fronte di un fatturato annuo di cinque milioni.

Da qui la decisione comunicata ai sindacati il 10 febbraio scorso: entro metà anno si chiude, con il conseguente licenziamento dei 45 dipendenti (cui si aggiungono circa 70 addetti in somministrazione). Immediata la reazione di sindacati e lavoratori: stato d’agitazione e sciopero di otto ore (con presidio davanti ai cancelli della fabbrica), che si è tenuto martedì 18 febbraio.

Fiom: “L’azienda s’impegni a cercare un compratore”

“Ragionare con chi viene scelto come portavoce da questi fondi è molto complicato e spesso non porta ad alcuna soluzione”, spiega Girolamo Bracco (Fiom Cgil Verona): “Il loro è un ruolo ben pagato e ben preciso che prevede di tagliare teste e chiudere attività, anche non fallimentari, come in questo caso, per i piani più economicamente e finanziariamente remunerativi di chi è a capo di fondi come il Teak Capital e il Tangor Capital”.

Bracco chiede alla società di “non presentare la procedura e a impegnarsi nella ricerca di un compratore che sia davvero interessato a produrre e a fare impresa nel nostro territorio, con queste maestranze dalla comprovata professionalità”.

Sindacato e lavoratori “non possono accettare che questa realtà produttiva, stimata e leader del settore degli stampi per il vetro e la plastica, cessi dall’oggi al domani la sua storia, creando un buco occupazionale e produttivo senza che ci sia un reale motivo”.

Per il dirigente Fiom “la lieve perdita subita può essere ripianata sia con i crediti esigibili sia con le commesse presenti, se solo ci fosse l’interesse a continuare a esistere e a realizzare un piano industriale sul medio e lungo periodo. Devono rendersi conto di avere fra le mani il futuro e la vita di 45 persone e delle loro famiglie”.

L’incontro in Regione Veneto

Mercoledì 19 febbraio una delegazione sindacale è stata ricevuta dall’Unità di crisi aziendali della Regione Veneto, incontro cui hanno partecipato l’assessora al Lavoro Valeria Mantovan e il capo progetto dell’Unità di crisi Giuliano Bascetta,

“Siamo molto rincuorati – commenta Bracco – dal supporto ricevuto, fortunatamente anche loro hanno come primo interesse la salvaguarda di una realtà produttiva del territorio e, con essa, la tutela dei posti di lavoro legati alla Borromini”.

L’esponente sindacale ha rivelato che “la persona mandata a rappresentare l’azienda è stata fortemente raccomandata di parlare con l’amministratore delegato portoghese per fare in modo che l’azienda si attivi sia nella ricerca di un compratore affidabile sia nella richiesta di apertura della cassa integrazione straordinaria e di aderire ai piani per le politiche attive per il personale, in caso di modifica della produzione. Adesso aspettiamo la prossima mossa dell’azienda per capire in che modo potrà proseguire questa vertenza”.

La manifestazione del 28 febbraio

Venerdì 28 febbraio, in tutta la provincia di Verona, si terrà un nuovo sciopero unitario per chiedere a Federmeccanica la ripresa delle trattative per il ccnl dell’industria metalmeccanica. In occasione di questo stop, le Rsu Fiom delle aziende dell’Est Veronese hanno deciso di convocare un presidio dalle 9 alle 12, invitando tutti i metalmeccanici e le metalmeccaniche del territorio a trovarsi davanti ai cancelli della Borromini per portare solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici.