Chiude Frigel e fallisce Stema. Nel vimercatese crescono le situazioni di crisi. Ne dà notizia in una nota la Fiom di Monza e Brianza. La trattativa con la Frigel Ccs di Ronco Briantino, aperta il 5 giugno, si conclude con una procedura di licenziamento collettivo per 29 persone a seguito della decisione di cessare l’attività. "L’azienda ha rifiutato le proposte di Fiom e Fim finalizzate all’apertura della cassa Integrazione straordinaria e pertanto ha imposto una forte accelerata alle trattative in corso che si sono quindi concentrate sulla necessità del mantenimento occupazionale".
Il 17 luglio è stato sottoscritto un accordo, dopo lunga discussione, che prevede la salvaguardia e il mantenimento di 11 posti di lavoro su 26 (3 dipendenti hanno rassegnato le proprie dimissioni nel frattempo). Questi lavoratori continueranno a lavorare per Frigel Ccs in nuovi uffici di progettazione che saranno individuati nel territorio. Per i rimanenti 15 lavoratori e lavoratrici oggetto di licenziamento (al termine dell’estate) sarà riconosciuto un incentivo economico all’esodo, dopo aver sondato l’eventuale disponibilità ad un trasferimento nella sede fiorentina del gruppo industriale.
Sempre a Ronco si apre un nuovo capitolo per la Stema Group, azienda storica del territorio che ha già affrontato in passato situazioni critiche. Oggi, la nuova sfida è rappresentata dal fallimento, sopraggiunto dopo il mancato superamento del periodo concordatario. Fiom e Fim hanno già richiesto al curatore fallimentare l’apertura della cassa integrazione straordinaria, in modo da poter gestire le quasi 60 persone che stanno rischiando il posto di lavoro e che in questi giorni sono esentati dal prestare la loro attività lavorativa. "Sarà fondamentale sondare il terreno con potenziali soggetti interessati alla continuazione totale o parziale dell’attività produttiva", si legge in una nota di Fiom Monza e Brianza.
In questa fase, per i lavoratori della Stema i tempi dovranno essere rapidi, sia per l’attivazione della Cassa, che deve passare dall’approvazione ministeriale, sia per l’eventuale possibilità di anticipazione sociale, ovvero l’accordo con gli istituti di credito garantito da Regione Lombardia (accordo scaduto nel 2017) per l’erogazione immediata degli assegni dell’Inps, i cui tempi di erogazione possono superare i 4 o 5 mesi (imponendo quindi periodi prolungati di assenza totale della retribuzione)", continua il comunicato.
“Chiediamo alle istituzioni regionali di attivarsi – afferma Claudio Rendina, funzionario Fiom che ha seguito entrambe le vertenze - per tornare ad avere una convenzione valida e attiva nei territori in tempi brevi”
Non solo Frigel e Stema, ma molte altre realtà – più o meno grandi e strutturate – stanno affrontando un nuovo periodo di crisi e rallentamento. Proliferano richieste per casse integrazione ordinarie, contratti di solidarietà, riduzioni dell’orario e del personale, cessioni di rami d’azienda. A questo si sommano crisi non economiche ma legate alla salute e alla sicurezza del luogo di lavoro, come il dramma avvenuto a Sulbiate in Silfa, dove la morte sul lavoro del giovane Gabriele ha sconvolto la comunità.
Pochi sono gli esempi di rilancio e di sviluppo. La Fimer di Vimercate è uno di questi; con l’acquisizione infatti di un ramo di Abb, Fimer potrà spiccare nel panorama del mercato mondiale del settore fotovoltaico. "Passaggio che non ha visto però il coinvolgimento delle strutture sindacali. È necessario insistere per costruire relazioni stabili e costanti: i segnali ci sono ma servirà un impegno maggiore, nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici", termina il comunicato.