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“Il premierato sarebbe un sovvertimento della Carta costituzionale, discuterne ora serve solo a distrarre l’opinione pubblica dalla crisi sociale che il governo si guarda bene dall’affrontare”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari dopo il vertice di maggioranza di oggi che ha annunciato l’esame nel Consiglio dei Ministri del 3 novembre di una riforma Costituzionale per introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio.
Per il segretario confederale: “Il superamento della Repubblica parlamentare cui mira l’attuale maggioranza per passare da una ‘democrazia interloquente’, in cui il pluralismo e le minoranze hanno pari cittadinanza e dignità e si confrontano nell’interesse generale della popolazione, a una ‘democrazia decidente’, in cui il sistema di bilanciamenti è cancellato e a chi vince è riconosciuto il potere di governare nell’interesse di una sola parte del Paese, non porterà l’Italia in una fantomatica Terza Repubblica, ma in un sistema con l’uomo o la donna solo/a al comando in cui gli spazi di democrazia e partecipazione sarebbero annullati”.
“La responsabilità storica attribuita al governo non è superare definitivamente il sistema parlamentare, ma - prosegue Ferrari - adottare gli interventi e le misure necessarie, a partire da quelle in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà), per ridurre le inaccettabili disuguaglianze e rilanciare un nuovo modello di sviluppo e crescita”.
“Una responsabilità che questo esecutivo non si sta assumendo come dimostra la legge di Bilancio in discussione, su cui si sta già esercitando l’agognata ‘democrazia decidente’ cara al Governo, con l’ennesima marginalizzazione di ogni discussione parlamentare e la totale assenza di confronto con le parti sociali”, conclude Ferrari.