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“Un intervento importante che oltre ad evidenziare la sensibilità del Presidente della Repubblica indica anche la direzione da percorrere sul lavoro”. Così la Cgil, in una nota, dopo le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri a Ginevra, in occasione della 108ma Conferenza internazionale del lavoro, organizzata per celebrare i 100 anni dell’Ilo.
“Il presidente - sottolinea il sindacato guidato da Maurizio Landini - ha ricordato il ruolo dell’Italia, tra i Paesi fondatori dell’Organizzazione internazionale del lavoro nel 1919, precisando che solo pochi mesi prima in Italia venne sottoscritto il primo contratto nazionale di lavoro che poneva il limite di otto ore quotidiane per le prestazioni dei lavoratori. E, sopratutto, ha ribadito che l'accesso al lavoro rimane una precondizione per l'inclusione sociale e per lo sviluppo dell'individuo. Infatti, la Costituzione italiana, all'articolo 1, pone il lavoro a fondamento della Repubblica, perché ritiene che la persona, la sua dignità, la sua partecipazione creativa, il suo contributo al benessere di tutti, anche delle future generazioni, siano il fulcro di ogni società. E ha aggiunto che il lavoro è una delle più efficaci infrastrutture della pace mondiale”.
“Il capo dello Stato - prosegue la Cgil - ha ribadito inoltre l’importanza e il diritto alla contrattazione collettiva, il bisogno di norme per garantire la qualità del lavoro, il problema dei salari che negli ultimi trentanni sono scesi in modo significativo rispetto al Pil”. Indicativo, infine, per il sindacato di corso d’Italia, “il richiamo nelle parole del presidente ai principi fondamentali affermati dalla Dichiarazione di Filadelfia del 1944: il lavoro non è una merce; la libertà di espressione e di associazione sono condizioni essenziali del progresso sociale; la povertà, ovunque esista, costituisce un pericolo per la prosperità di tutti; la lotta contro il bisogno deve essere continua in ogni Paese”.