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La proclamazione è’ arrivata in video conferenza da Roma, a pronunciarla il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, Mario Ridulfo, ex segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, è il nuovo segretario generale della Cgil Palermo, prima di lui l’hanno diretta uomini del calibro di Emanuele Macaluso e Pio La Torre fino ad arrivare ad Enzo Campo che ha ceduto il testimone dimettendosi qualche settimana fa per fine mandato. Un filo conduttore unisce l’impegno di questi uomini ed è tra le eredità di Ridulfo, l’affermazione della difesa del lavoro come strumento di costruzione della legalità e lotta alla mafia. Eredità accolta tanto che il neo eletto, nelle sue indicazioni programmatiche, ha affermato: “Penso a una Camera del Lavoro diffusa, che deve continuare a essere centro di lotta alle disuguaglianze, all'ingiustizia, allo sfruttamento, alla povertà, alla mafia e di iniziative per la libertà, la giustizia sociale, l’uguaglianza, l’emancipazione, il lavoro. Un luogo di condivisione collettiva dei diritti”,
Mario Ridulfo, 51 anni, originario di Corleone, terra di mafia e antimafia, impegnato da giovane nel movimento studentesco e antifascista, segretario provinciale della Sinistra giovanile palermitana, da lavoratore precario della Camera di Commercio, a metà degli anni Novanta è stato tra gli organizzatori del Movimento del lavoro precario della Cgil. In seguito, ha avuto incarichi diversi tra pubblico impiego, sindacato delle costruzione per poi passare nella segreteria della Camera del Lavoro, ove per quattro anni ha seguito le vertenze del settore produttivo. Nel febbraio 2019 è stato eletto alla guida della federazione siciliana dei lavoratori delle costruzioni.
Il cuore del intervento che Ridulfo ha pronunciato di fronte all’Assemblea che lo ha eletto, la condizione sociale della provincia palermitana: “Una condizione strutturale di arretramento, effetto anche di una regressione economica e industriale, che dura da anni - ha aggiunto il dirigente sindacale -. Entrambe le cose hanno bisogno di risposte rapide, di procedure semplificate, di risorse umane e materiali, per contenere non solo i rischi per la salute, ma anche i rischi di un'ulteriore perdita di occupazione in una provincia come quella di Palermo, dove i tassi di disoccupazione, soprattutto femminile e giovanile, sono tra i più alti d'Italia”.
L'impegno della Cgil Palermo, ha annunciato il nuovo segretario, sarà rivolto alla realizzazione di un programma per un “progetto industriale della città”, che metta al centro un modello di economia circolare, una ripresa fondata sul lavoro produttivo e di qualità, sostenibilità ambientale, interventi sulle infrastrutture primarie (ospedali, edilizia sanitaria, scolastica e universitaria, porti, aeroporti, strade, banda larga), sulle filiere produttive, per creare occupazione nuova e qualificata (salute, formazione e ricerca, cultura, industria manifatturiera, agricoltura). Un progetto, ancora, che preveda un piano di crescita digitale; un programma di crescita delle competenze umane della pubblica amministrazione, attraverso l’immissione per concorso di nuove competenze “a cominciare da quelle che per motivi generazionali chiamiamo nativi digitali, Millennials”.
Siamo in emergenza sanitaria e la Sicilia è tra i territori più sottopressione, Ridulfo ha ricordato innanzitutto lo sforzo dei lavoratori della sanità, impegnati a contrastare l'emergenza Covid. E ha chiesto la fine della lunga stagione del precariato. “Nonostante una condizione difficile, le lavoratrici ed i lavoratori del sistema sanitario e sociosanitario, hanno garantito e garantiscono il diritto alla salute, ogni giorno, tutti i giorni per milioni di italiani. E’ il lavoro delle persone a garantire la salute delle persone, dunque, non può essere il lavoro precario a garantire una salute precaria. La stagione del precariato nella Pubblica amministrazione va chiusa con la stabilizzazione del personale precario, senza crearne dell’altro”.
Nel lungo inverno che attende Palermo, servono certezze per i lavoratori e per le imprese, ha detto il segretario, “non annunci o iniziative che restano sulla carta”. “Penso – ha proseguito Ridulfo - alle tante lavoratrici della ristorazione, del turismo, della cultura, in una città e in una provincia il cui motore economico era legato negli ultimi anni proprio a questi settori, che adesso sono in sofferenza, determinando a caduta anche problemi alle filiere collegate dei trasporti, dell’agroalimentare, della logistica. Sono tanti i settori economici di fatto fermi senza bisogno di dichiararne il lockdown. Servono risposte e tempi certi, anche perché, nelle nostre città bisogna scongiurare che le 'famiglie mafiose' possano assumere un ulteriore controllo di altri pezzi di economia strangolata dalla crisi”.