PHOTO
Fra i tanti progetti in cantiere del coordinamento nazionale della formazione Cgil, ce n’è uno ai nastri di partenza. E' quello riguardante le dirigenti donne della confederazione, che sono ancora poche, mentre se ne sente un impellente bisogno.
“La presenza di compagne nei gruppi dirigenti, nella vita quotidiana della nostra organizzazione resta una priorità che abbiamo condiviso nello statuto, nei congressi, nelle conferenze – afferma Ivana Galli, segretaria confederale Cgil -. Sono ancora troppo esigue le donne che scelgono di lavorare a tempo pieno in Cgil. Le ragioni sono molteplici e sicuramente restano problemi legati agli spazi e ai tempi. Abbiamo deciso di promuovere un corso dedicato alle delegate e alle compagne di apparato per favorire e sostenere l’accesso nei gruppi dirigenti”.
Il corso in questione (‘Diventare leader: il futuro delle donne in Cgil’) si articolerà in tre aule da 25-30 unità, da selezionare fra le giovani delegate, operatrici dei servizi e degli apparati tecnici. Sarà gestito in modalità mista (aula in presenza, laboratori, aule virtuali in Fad) e avrà una cadenza di due giornate al mese, più la presentazione in modalità virtuale, che si svolgerà il 16 settembre.
“La giornata conclusiva - precisa Galli -, coinvolgerà tutte le corsiste in un’unica aula. L’impegno è significativo - sei giornate complessive - e permetterà di affrontare tutti i temi legati alle tematiche di genere, alla contrattazione, in particolare allo sviluppo delle capacità negoziali, alla comunicazione, alla costruzione di una rete che sostenga nel tempo le attività e le esperienze sindacali di queste donne. Chiediamo a tutti una particolare cura nella selezione delle partecipanti e proponiamo una griglia di riferimento per i numeri che abbiamo previsto per le strutture, comprese alcune giovani operatrici dei servizi e apparati tecnici. L’80% dovrà essere composto da donne con meno di 40 anni”.
“Il percorso formativo – spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale – nasce dall’esigenza di facilitare l’ingresso delle donne, in particolare delle giovani, nella nostra organizzazione e di dare valore alla peculiarità del lavoro svolto, da chi ne fa già parte. Le compagne, non sempre si sentono valorizzate e il loro contributo a volte stenta ad essere assunto come credibile e innovatore. La loro voce rischia di trovare uno spazio omologante, oppure di tacere per scarsa autostima. E’ necessario agire un cambiamento che dovrà investire l’intera organizzazione, perché possa accogliere e promuovere la potenza delle donne, le loro competenze e la loro urgenza di lasciare un’impronta originale”.
All'inizio dell'anno, è stato proposto un questionario sull’agio delle compagne nell’organizzazione, allo scopo di avere una fotografia della realtà che evidenziasse le criticità e ponesse le basi a proposte migliorative e innovative: per far fronte a un cambiamento culturale, è necessario investire su di loro, favorendone l’ingresso nell’organizzazione fornendo gli strumenti utili a renderle protagoniste nell’attività sindacale. Tale processo dovrà partire dal mondo del lavoro, per favorire la loro affiliazione con una mirata opera di tesseramento e proselitismo. Un’attenzione particolare sarà rivolta a creare competenze negoziali e la gestione del conflitto.
“Sappiamo che le compagne hanno più resistenze a prendere la parola in pubblico, lavorare sull’autostima e sulle tecniche oratorie potrà fornire consapevolezza e strumenti per superare questo ostacolo. Per quanto la nostra organizzazione sia cambiata, permangono difficoltà reali per le compagne a trovare agio nell’agire quotidiano: usi, linguaggio, tempi, spazi tarati al maschile spesso creano una ‘barriera’, alimentando solitudine, senso di inadeguatezza, stanchezza”, rileva Cristiana Ricci, del coordinamento nazionale formazione Cgil e referente del progetto confederale dedicato alle donne dirigenti..
Il percorso formativo si prefigge di dare significato ai vissuti, alle esperienze di ognuna nella loro unicità e nello stesso tempo evidenziare come l’essere un insieme possa dare sostegno e spinta all’agire, a questo scopo è prevista la costruzione di una rete che non sia solo di supporto, ma operativa e che possa ispirarsi anche alla vita di storiche sindacaliste. A questo proposito, le corsiste delle tre aule saranno invitate a portare un elaborato scritto o in video, frutto di un lavoro in gruppo, dedicandoli a sindacaliste che hanno avuto un ruolo di rilievo nella nostra organizzazione.
Da accompagnare alla attività d’aula, verrà proposta la compilazione di un diario riflessivo, nel quale annotare le reazioni personali nell’affrontare quotidianamente l’attività sindacale e di come viene esercitata la leadership, è pensato per mappare i progressi della partecipante durante il corso. Sono previsti tre corsi composti da aule eterogenee per provenienza territoriale, da tenersi in tre sedi di Nord, Centro e Sud. Verrà prestata particolare attenzione all’individuazione delle partecipanti, a questo fine si prevede una griglia con criteri da tenere in considerazione, al fine di facilitare la scelta.
Obiettivi formativi saranno: negoziare, costruire una piattaforma, assumere capacità decisionali e previsione strategica, gestire il conflitto, sviluppare capacità analitica e pensiero progettuale, accrescere l’autostima e l’assertività, rinforzare il ruolo, attivare il potenziale inespresso, fornire elementi di comunicazione e di relazione, acquisire un proprio stile di leadership, conoscere la storia delle donne protagoniste in Cgil, gestire la dimensione di gruppo, parlare in pubblico, assumere un linguaggio di genere, nominare le differenze, fare rete operativa e favorire lo studio individuale.
“Rispetto ai corsi precedenti, stavolta abbiamo voluto circoscrivere la nuova iniziativa alle delegate e alle donne dell’apparato tecnico under 40 - sostiene Ricci -. Questo, perché ci sembra giusto che siano le giovani donne a doversi maggiormente impegnare con ruoli di dirigenza nella Cgil, laddove c’è maggior carenza di figure femminili. L’obiettivo è aumentare la presenza di dirigenti donne per avviare un reale cambiamento che coinvolga tutta l’organizzazione. Per la confederazione, è importante centrare tale traguardo, perché l’autonomia delle donne è un bene prezioso e può determinare un circolo virtuoso, non solo all’interno della Cgil, ma in tutto il mondo del lavoro. Dobbiamo evitare che le donne abbiano un ruolo ancillare e che non siano più una cover della leadership maschile: devono riuscire a creare un loro modello per affrancarsi al meglio, dando un contributo fatto di creatività, competenza e intelligenza”.