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I deputati e le deputati della Commissione lavoro di Montecitorio hanno avviato un ciclo di audizioni per riflettere sulle cause delle accresciute diseguaglianze nel mondo del lavoro e provare a individuare possibili interventi per arginarle. Tania Scacchetti, segretaria confederale, ha guidato la delegazione della Cgil e nel suo intervento ha sottolineato: “Le nuove disuguaglianze sono il prodotto combinato degli effetti generati dalla pandemia e di quelli derivanti dalle criticità strutturali del nostro mercato del lavoro. L’emergenza sanitaria sta colpendo più duramente il lavoro cosiddetto fragile”.
Diseguaglianze, dicevamo. Lo attestano i dati dell’Istat su occupazione e disoccupazione, ad esempio. L'elemento che emerge con forza è innanzitutto l’acuirsi, come se ce ne fosse bisogno, di quella di genere. Le donne senza più lavoro sono molte più degli uomini e continuano ad aumentare. Perché occupate prevalentemente nei settori più calpiti dalla crisi economica scatenata dal coronavirus, perché spesso costrette a contratti precari e part-time. Ed allora è la struttura del nostro mercato del lavoro che deve essere cambiata.
“La crisi pandemica - ha evidenziato ancora Scacchetti - non ha caratteristiche omogenee su tutto il mondo del lavoro. A risentirne maggiormente sono alcuni settori, pensiamo alla ristorazione, al comparto alberghiero o al piccolo commercio. Inoltre, incide con più forza su alcune tipologie di lavoro, dai part-time ai tempi determinati, con contraccolpi differenti per genere e generazioni, a farne le spese infatti sono soprattutto le donne e i giovani, e per territori”.
Per la dirigente sindacale, lo scenario pandemico ha reso evidenti due questioni. La prima è “la necessità di un rafforzamento strutturale delle misure di contrasto alla povertà esistente, attraverso il potenziamento del reddito di cittadinanza, sia nei criteri di accesso e di calcolo del beneficio, sia nelle modalità di presa in carico dei beneficiari e nel conseguente rafforzamento dell’infrastruttura sociale territoriale, a partire dal segretariato sociale”. Seconda questione evidenziata dalla segretaria confederale, “l’insufficienza e l’inadeguatezza del sistema degli ammortizzatori sociali. L’assenza di universalità per tutti i settori, per tutte le dimensioni d’impresa e per le diverse tipologie di rapporto di lavoro, compreso quello autonomo, ha reso necessarie misure spot, dal decreto Rilancio al decreto Sostegni, che hanno tamponato una falla”.
“Bisogna andare oltre l’emergenza e disegnare – ha concluso Scacchetti - un nuovo sistema universale di ammortizzatori che possa rispondere alle dinamiche del mercato del lavoro e alle disuguaglianze che in esso si possono generare. Contemporaneamente è necessario progettare un piano di politiche attive del lavoro”. Infine, ha ricordato in conclusione la segretaria confederale “sarà fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Next generation Eu per investire in creazione di occupazione di qualità”.