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“Condividiamo pienamente le importanti parole pronunciate quest’oggi dal presidente Anac, Giuseppe Busia, in occasione della relazione annuale, secondo il quale ‘nei contratti d’appalto non basta solo fare presto, ma occorre anche fare bene’ e ‘senza mai cadere nella pericolosa scorciatoia di contrapporre efficienza a legalità’. Riteniamo che questo sia un aspetto decisivo per prevenire e contrastare la penetrazione delle mafie nel sistema degli appalti pubblici”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale.
“I rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti sono evidenti, determinati - sottolinea - dall’innalzamento delle soglie e dall’uso eccessivo delle procedure di affidamento diretto e senza bando di gara, permessi dal nuovo Codice, che annullano l’aspetto della concorrenzialità e la regola fondamentale dell’evidenza pubblica. Ad influire anche l’utilizzazione senza più limiti delle procedure derogatorie che non possono, pena lo svuotamento della legislazione, diventare la regola”.
Per la Cgil “non è più rinviabile la riforma delle stazioni appaltanti perché è chiaro che senza gli strumenti operativi di grande qualità non si possono realizzare gli obiettivi nei tempi dovuti, con il rischio di spendere male le pur ingenti risorse finanziarie a partire da quelle del Pnrr che iniziano ad avere grandi ritardi. Inattuate restano, infatti, le cosiddette ‘condizionalità’ inserite nel Pnrr al fine di favorire l’occupazione femminile e giovanile visto che nel 60% degli appalti le stazioni appaltanti non hanno inserito, nei bandi di gara, le relative clausole”.
“Un vero e proprio allarme - prosegue il sindacato di corso d’Italia - va lanciato rispetto alla possibilità di poter procedere al cosiddetto subappalto a cascata, vera via maestra, in Italia, per facilitare l’accesso delle mafie nel sistema degli appalti, oltre a dequalificare le opere, a ridurre i servizi e indebolire lo stesso sistema d’impresa, vengono compressi i diritti dei lavoratori. È necessario, invece, bloccare tale eventualità ricorrendo al subappalto come eccezione e per gli aspetti di grande specializzazione, limitandone fortemente il ricorso”.
“Infine, da evidenziare il richiamo alla necessità di segnalare, da parte degli operatori economici, l'effettivo titolare d’impresa a garanzia di una reale trasparenza e del contrasto alla criminalità organizzata. In questo senso, ci sembra che i rilievi mossi dall’Anac vadano nella giusta direzione. Un rafforzamento complessivo di controllo e di prevenzione dell’Autorità regolatorie e del sistema giudiziario sono strategici”. “Una relazione quella del Presidente Anac importante ed incisiva perché ha messo in evidenza non solo i passi in avanti fatti dall’Anac nella sua politica di trasparenza, ma - conclude la Cgil - anche le falle che la legislazione recente ha aperto nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione”.