"La vertenza Gioia Tauro ritorni alla presidenza del Consiglio e il governo assuma impegni certi per il futuro del porto". A chiederlo sono il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato e il segretario regionale della Filt Cgil Nino Costantino, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "La situazione del porto di Gioia Tauro è gravissima", scrivono i due sindacalisti: "I container movimentati sono diminuiti del 6 per cento nel 2018 e dell'11 per cento nel 2017. Nel corso del 2016 per frenare questa drammatica situazione si era convenuto col ministro dei Trasporti di portare la vertenza sul tavolo della presidenza del Consiglio per dare più forza alle soluzioni e più autorevolezza nel confronto con armatore e terminalista".
Sposato e Costantino evidenziano che "alcuni risultati quel tavolo li aveva raggiunti: finanziamento e tempi di realizzazione del gateway e del bacino di carenaggio seguiti, dal punto di vista tecnico, dall'Autorità portuale e dal commissario Agostinelli, oltre che la costituzione dell'Agenzia di lavoro portuale che riguardava anche i porti di Taranto e Cagliari. Sul bacino di carenaggio ci sono ancora ritardi. Ma soprattutto, la proposta sostenuta con forza dalla nostra organizzazione di costituzione di una Zona economica speciale che sostenesse adeguatamente il necessario processo di crescita industriale senza il quale non si avrà per il futuro né sviluppo né nuova occupazione. Notiamo, però, con crescente preoccupazione, una situazione di confusione e incertezza nell'azione del governo che potrebbe portare al tracollo il porto di Gioia Tauro".
Sposato e Costantino ricordano che "il 18 dicembre c'è stata all'Autorità portuale la visita del ministro Toninelli che ha incontrato anche le organizzazioni sindacali che hanno rappresentato preoccupazione e avanzato proposte. Non sappiamo, però, se il governo ha avviato una discussione con Msc e con Aponte per capire i motivi per cui ancora non sono stati concretizzati gli impegni assunti di aumentare i volumi fino a 40 mila teus. E non sappiamo ancora se il ministro ha discusso con il terminalista dei motivi che hanno portato a non mantenere gli impegni sugli investimenti sulla banchina e sulle gru".
I due esponenti sindacali calabresi evidenziano che "proprio negli ultimi mesi del 2018 si sono movimentati solo 28 mila container a settimana, un dato assolutamente inferiore a un anno e mezzo fa, quando, alla fine di sei anni di cassa integrazione, si era dichiarata la crisi del porto. Tutto ciò nel mentre il gruppo Eurogate sposta investimenti consistenti a Cipro e i cinesi fanno altrettanto in Grecia. E' necessario, quindi, che Gioia Tauro sia considerata dal governo vertenza nazionale e ritorni autorevolmente al tavolo della presidenza del Consiglio, anche perché lo scontro fra terminalista e Msc, entrambi proprietari al 50 per cento di Mct, si ripercuote non solo sui traffici, ma evidentemente sul futuro dell'infrastruttura proprio nel momento in cui si è dato vita alla Zona economica speciale".