"Il decreto 'sblocca cantieri' rappresenta la 'clava' con la quale il governo intende smantellare le condizioni di diritto e di legalità previste dal nuovo Codice degli appalti". A dirlo è la Cgil Emilia Romagna, rilevando che nei fatti "si consegna rilevanza al criterio del massimo ribasso, portando la soglia fino a 5,5 milioni di euro, inoltre si aumentano le soglie per l'affidamento diretto senza bando di gara, si favoriscono i consorzi stabili nella gestione dei subappalti aggirando i controlli antimafia, si smantella il ruolo e la funzione dell'Anac". Il sindacato oppone a tutto questo il modello dell'Emilia-Romagna: "Il Patto per il lavoro, la legge regionale su legalità e appalti, gli accordi con Atersir e Intercenter, il patto per il trasporto pubblico locale, le intese con i Comuni e le stazioni appaltanti sui bandi di gara, le intese con i committenti privati come Ikea e Xpo, gli accordi con le multiutility come Hera o i siti come l'Interporto di Bologna, rappresentano un patrimonio che in nessun modo intendiamo sacrificare sull'altare del decreto sblocca cantieri. Il modello condiviso in questa regione riteniamo che debba essere replicato a ogni livello nel Paese".
Cgil Emilia Romagna, no a decreto "sblocca cantieri"
27 marzo 2019 • 09:44