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Nel nostro Paese ogni anno si registrano 110 miliardi di evasione. Per questo i sindacati confederali intervengono con una nota unitaria, indicando alcuni strumenti da adottare: prima di tutto il cashback, che però va rafforzato per renderlo più efficace. La lotta all'evasione, di base, va sempre considerata come la priorità di ogni governo, compreso quello appena formato da Mario Draghi.
"La lotta all’evasione fiscale deve essere priorità assoluta. Il cashback, incentivando l’uso della moneta elettronica, costituisce uno degli strumenti per contrastare con determinazione questo fenomeno”. Ad affermarlo in una nota unitaria la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil, Giulio Romani e Domenico Proietti.
Alla luce di questi primi mesi, sottolineano, "è necessario un intervento per rendere più efficace questo strumento eliminando la possibilità di fare micro pagamenti artificiosamente frazionati e di utilizzarlo impropriamente". Le risorse destinate al cashback, a loro avviso, "sono un investimento e servono a favorire un forte recupero di risorse economiche. Sarebbe una beffa se un eventuale cambio di destinazione di queste somme premiasse gli evasori fiscali anziché rafforzare la lotta all’evasione stessa”.
Per Fracassi, Romani e Proietti “è importante che tutti gli strumenti di facilitazione ed incentivo dei pagamenti tracciabili continuino ad essere messi in campo affinché l’Agenzia delle entrate abbia la possibilità di utilizzare banche dati più ricche possibile, anche alla luce del sostegno dell’Unione al progetto ‘A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy’ che dovrebbe - ricordano - introdurre strumenti innovativi di analisi dei profili di rischio dei contribuenti, unico mezzo efficace contro l’infedeltà fiscale”.
I lavoratori e i pensionati, come sempre, in Italia sono coloro che pagano le tasse. Così i sindacati: “L’unica pace fiscale da fare è quella con i lavoratori dipendenti e pensionati, che prima pagano le tasse e poi prendono lo stipendio e la pensione. Si valutino piuttosto gli strumenti utili a risolvere la questione delle cartelle ormai obiettivamente non più recuperabili, al fine di ottimizzare il lavoro di Ader, evitando cancellazioni generalizzate e senza indulgere in un ennesimo condono a favore dei tanti evasori, offensivo - concludono - per coloro che hanno invece sempre pagato il dovuto”.