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Nell’incontro che si è tenuto ieri con il governo sulla prossima legge di bilancio e sulla variazione del Def si è avviato un confronto di merito sui rinnovi dei contratti pubblici, già scaduti dal dicembre 2018, di oltre 3 milioni di lavoratori. Così in una nota unitaria Cgil, Cisl, Uil.
“In primo luogo, riteniamo utile chiarire - sottolineano le tre Confederazioni - la portata reale degli eventuali incrementi economici, in quanto, come è sempre stato, gli stanziamenti per aprire e concludere il negoziato sono distribuiti in un triennio. Ad oggi dobbiamo constatare che si è già in ritardo di circa un anno e che le attuali risorse non ci consentono di ipotizzare un avvio delle trattative. Pertanto - aggiungono - riteniamo non procrastinabile ulteriormente la tornata contrattuale e chiediamo che si individuino concrete risorse per concludere positivamente la sottoscrizione di tutti i contratti pubblici”.
“Da una prima verifica tecnica con il ministero dell’Economia - fanno sapere Cgil, Cisl, Uil - le poste economiche risultano ancora insufficienti e, oltretutto, inferiori a quelle stanziate per il precedente rinnovo”. “Ribadiamo le nostre richieste, espresse anche ieri nell’incontro con il governo, rivolte a stabilire le risorse necessarie per valorizzare le professionalità esistenti ed aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, fin dalla prossima legge di bilancio. Questa nostra rivendicazione, insieme alle altre questioni aperte nel pubblico impiego - proseguono le tre Confederazioni - saranno oggetto di discussione il 15 ottobre nell’incontro convocato dalla ministra Dadone, con l’obiettivo di aprire una stagione di confronto costante che possa consentire di affrontare e risolvere i veri snodi del cambiamento della pubblica amministrazione italiana”. Per Cgil, Cisl, Uil è fondamentale, quindi, avviare un piano straordinario di assunzioni, riaffermare la primazia della contrattazione rispetto alla legge, superando da subito i vincoli sulla contrattazione decentrata e sul rinnovo dei contratti.