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"Quello che sta succedendo in Campania non ha precedenti in Italia: ci sono una serie di aziende della sanità privata accreditata che non ne vogliono di sapere di rispettare il contratto nazionale, approvato dopo anni di attese e battaglie. Di contro, applicano altri contratti e questo si chiama dumping, la legge della giungla, mettersi sul mercato con condizioni massacranti per le lavoratrici e i lavoratori di questo settore, con un abbattimento dei salari di almeno il 30% rispetto a quanto stabilito dal ccnl". Lo ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, a margine della manifestazione dei lavoratori della sanità privata, organizzata da Fp Cgil e Fp Cisl in occasione dello sciopero generale della categoria.
"Alla Regione Campania - ha ricordato Ricci - abbiamo chiesto più volte di farsi garante dell’accordo sottoscritto con Aiop, affinchè venga rispettato. Fino ad oggi la Regione non si è fatta garante di questo percorso di unità, riceve le diverse aziende in modo autonomo e strumentale. Sulle risorse, poi, non sappiamo ancora se queste ci sono per garantire un equilibrio tra pubblico e privato, dal momento che la Campania è tra le regioni dove lo sbilanciamento delle prestazioni verso il privato accreditata è il più alto in Italia. Se vogliamo garantire il diritto alla salute, lo si deve fare con regole certe e mettendo i lavoratori in condizioni non disumane ma che rispettino leggi e contratti".
“Oltre 500 lavoratori della sanità privata, impegnati nella riabilitazione - ha affermato Marco D'Acunto, della segreteria Fp Cgil Campania - sono oggi sotto la sede della direzione generale regionale per la sanità, per rivendicare stessa retribuzione e stessi diritti ai lavoratori e alle lavoratrici, in un settore che applica sette-otto contratti differenti. Ovviamente applicare questi contratti che prevedono minore retribuzione e più ore da prestare, peggiora la qualità delle prestazioni e fa sì che lavoratori che svolgono le stesse mansioni, abbiano contratti e salari differenti. Noi vogliamo che la Giunta mantenga gli impegni assunti qualche mese fa, differenziando la qualità delle prestazioni, garantendo a chi applica contratti migliori, retribuzioni migliori rispetto alle fatture delle aziende. In più, sarebbe ora che la Regione riprenda in mano il segmento della riabilitazione, dove il 97% delle prestazioni è in mano ai privati: chiediamo che venga ripreso un ragionamento pubblico su questo pezzo della sanità accreditata”.