Quando, nel dicembre del 2015, Ibm decise di avviare una cessione di ramo d’azienda, che interessava circa 300 fra lavoratrici e lavoratori, la Fiom considerò che quell'operazione non avesse le caratteristiche previste dalla legge e, oltre a proclamare scioperi e mobilitazioni, scelse di fare causa a Ibm. Con una prima sentenza, il tribunale di Milano stabilì l’illegittimità della cessione e diede ragione alla Fiom. Successive sentenze di primo grado confermarono quella prima decisione. Nonostante ciò, Ibm scelse d'impugnare quei provvedimenti giudiziari.
Ieri si è pronunciata la Corte d’appello di Milano, respingendo l’appello di Ibm, e confermando l’illegittimità della cessione. “La sentenza, relativa a un primo gruppo di lavoratori, conferma le nostre ragioni – commenta Marco Mandrini, segreteria Fiom Milano – e voglio ringraziare gli oltre 100 lavoratori di Ibm/Modis, iscritti alla Fiom, che hanno avuto fiducia in noi e ci hanno seguito anche nel percorso legale intrapreso. Ora attendiamo l’esito dell’appello per altri due gruppi di lavoratori, ma il pronunciamento del Tribunale assegna un 2 a 0 per i lavoratori e il loro sindacato”.