“La discussione con Federmeccanica e Assistal ha affrontato i temi del salario, del welfare e dell’orario di lavoro. Federmeccanica ha detto no alle richieste avanzate. La distanza siderale resta”. Questo il commento Fiom Cgil al secondo incontro sul rinnovo del Ccnl metalmeccanici che si è tenuto martedì 18 giugno presso la sede di Confindustria a Roma.

La realtà dei profitti e dei salari in questi anni, secondo uno studio realizzato dalla Fiom Cgil, dice che su “un campione di aziende metalmeccaniche di circa 1,5 milioni di addetti, nel 2019 gli utili sono stati 15,1 miliardi di euro, mentre nel 2022 sono stati realizzati 26,2 miliardi di utili netti”.

A fronte di questo “la spesa per il personale è diminuita da 66,2 miliardi di euro nel 2019 a 58,9 miliardi nel 2022. I profitti delle imprese sono cresciuti più dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori, fermo restando il ruolo di tutela del potere d’acquisto negli ultimi due anni. Rispetto agli altri Paesi europei il lavoro compensa problemi per le imprese di sistema”.

Su tali basi, per la Fiom “la richiesta avanzata nella piattaforma riguardo all'aumento del salario di 280 euro mensili al livello C3 è assolutamente sostenibile. Gli aumenti contrattuali devono essere detassati e su questo serve un intervento legislativo del governo, che può essere richiesto anche da un’azione congiunta delle parti interessate”.

Sull'estensione del premio perequativo, come richiesto nella piattaforma, Federmeccanica ha “proposto un ragionamento ma senza una proposta specifica per estendere la contrattazione di secondo livello a coloro che sono esclusi. In tema di welfare è stato confermato il flexible benefit di 200 euro senza alcuna apertura alla richiesta di 250 euro presente tra le richieste della piattaforma”.

La Fiom rileva che anche “sulla questione della riduzione dell'orario di lavoro, Federmeccanica non ha aperto. Per noi diventa sempre più necessario gestire la transizione industriale ed ecologica nella sua complessità, anche introducendo nuove sperimentazioni di orario di lavoro”.

Così il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma: “I no di Federmeccanica e Assistal non cambiano le richieste sull’aumento del salario e gli altri elementi economici come sulla sperimentazione della riduzione dell’orario. Il contratto collettivo nazionale di lavoro rappresenta un elemento di solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori, per noi è la sfida fondamentale per difendere il potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, per migliorare condizioni di lavoro e diritti e rilanciare la centralità dell’industria nel futuro del nostro Paese”.