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Le mani alzate che stringono le deleghe certificano il via libera di delegate e delegati alla piattaforma del contratto collettivo nazionale di lavoro industria e cooperazione alimentare. Applausi e sorrisi al Marriot Hotel di Roma, al termine di una due giorni intensa e non facile da dimenticare. I settecento rappresentanti dei più di 450mila addetti del settore possono essere soddisfatti del lavoro fatto. Le associazioni datoriali riceveranno un documento approfondito, nitida fotografia di questi tempi non certo facili. Trecento euro di aumento salariale sono indispensabili per recuperare quanto perso nel 2022 e quest’anno. Anche la scelta della riduzione dell’orario di lavoro settimanale a parità di salario, da 40 a 36 ore, risponde ai tempi più frenetici dettati da innovazioni tecnologiche che rischiano di ridurre l’occupazione e ritardare l’ingresso dei giovani precari.
Giovanni Mininni, Flai Cgil: "Un traguardo molto importante"
“Abbiamo raggiunto un traguardo molto importante - tira le somme Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil - frutto del lavoro di delegate e delegati che hanno messo a disposizione la loro fatica, passione, dedizione in questi mesi di confronto, dibattito, votazioni. In un momento come questo - aggiunge - con l’inflazione ancora fuori controllo, nonostante le rassicurazioni delle banche centrali, l’adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita è un obbligo ineludibile. Parliamo di un settore che porta ogni anno 50 miliardi di euro di ricchezza al paese, grazie all’impegno quotidiano delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori, che devono essere rispettati e tratti con dignità”.
Per Mininni “non è possibile accettare la precarietà che impedisce a tante e tanti giovani di costruirsi un progetto di vita. La digitalizzazione sempre più accentuata nelle fabbriche ripropone con forza il tema della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita, non possiamo farci trovare impreparati di fronte a un progresso tecnologico che deve essere governato. La piattaforma approvata unitariamente è ambiziosa, e all’altezza dei problemi del presente - conclude Mininni - ora si tratterà di applicarla in ogni azienda, nessuna esclusa”. Si torna a casa, da un capo all’altro della penisola, con la consapevolezza che l’unione fa la forza, con l’orgoglio operaio di chi ha saputo contrattare nelle diecimila aziende del settore con discussioni approfondite e senza lasciare zone d’ombra. Anche questo è il cuore pulsante dell’Italia che lavora e che produce generi di primissima qualità, apprezzati ai quattro angoli del pianeta.